E’ la settimana della manovrina. E’ stata fissata per oggi 3 e mercoledì 4 giugno la discussione e il voto a Sala d’Ercole sul tesoretto ridotto a 55 milioni di euro. I 25 milioni del Fondo sugli incentivi all’occupazione non spesi che dovevano essere messi a disposizione del parlamento saranno rinviati alla prossima manovra di luglio, quella di metà anno.
Dalla sanità al contrasto dell’emergenza su più fronti: sono questi i provvedimenti affrontati dal ddl voluto dal governatore siciliano Renato Schifani.
Ad oggi il voto appare in salita e crocevia fondamentale doveva essere il vertice di maggioranza per i sottogoverni che era stato fissato dapprima per giovedì e poi per ieri. Saltato in entrambi i casi e senza ancora una data definita. I precedenti non sono idilliaci (CLICCA QUI). L’ultimo incontro a Palazzo d’Orléans aveva evidenziato una frattura all’interno del centrodestra.
Già la conferenza dei capigruppo parlamentari di martedì, che ha preceduto i lavori d’aula, si è rivelata il pretesto per far riemergere le vecchie tensioni. Secondo indiscrezioni di Palazzo, il presidente della Regione Renato Schifani avrebbe espressamente chiesto l’approvazione della manovrina così come votata dalla Commissione Bilancio e senza emendamenti aggiuntivi. Una posizione emersa nel corso di un incontro con il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino (CLICCA QUI). Proprio da quest’ultimo nasce l’esigenza di convocare il vertice, che secondo un’idea iniziale avrebbe dovuto tenersi giovedì 29 maggio. Appuntamento poi saltato per la presenza del ministro delle Infrastrutture e leader nazionale della Lega Matteo Salvini a Messina. Almeno questo sembra essere il motivo ufficiale.
Non solo manovrina, sul tavolo gli argomenti sono gli stessi che hanno attanagliato l’ultimo vertice e la cui discussione si è trasformata in un nulla di fatto: gli incarichi di sottogoverno, i 25 milioni non utilizzati nel 2025 del Fondo occupazione e il coinvolgimento (o meno) delle opposizioni.
La sintesi poteva arrivare con l’accordo sulle nomine di Iacp, Consorzi universitari, Ersu, e altri, da due anni commissariati possono ancora attendere. Decisioni per le quali il peso della politica è determinante e che, non a caso, hanno fanno emergere le divisioni all’interno della maggioranza. Il capitolo è molto vasto. Un puzzle complesso.
L’ultima seduta in aula ha nascosto la polvere sotto il tappeto, con i quattro ddl approvati con ampia maggioranza e all’unanimità: “Liberi di scegliere”, la Giornata nazionale dell’antiracket, il contrasto alla violenza sugli arbitri e la modifica della denominazione del Comune di Tripi. Un quadro che cela alle spalle una realtà e un’atmosfera ben diversa tra le mura dell’Assemblea.
Un pericolo per la manovrina c’è. La minoranza lasciata fuori dalla possibilità di partecipare ai provvedimenti economico finanziari potrebbe utilizzare l’arma del voto segreto per fare emergere, da un lato le spaccature all’interno dei partiti di centrodestra, e dall’altro affossare il piano del governo regionale.
Intanto, si procederà per step: prima con la discussione generale e poi con il voto dell’articolato. Impresa ardua se i presupposti sono quelli sopra indicati.
E a proposito di novità politiche, la Democrazia Cristiana ha prenotato la sala stampa dell’Assemblea regionale siciliana per mercoledì 4 giugno alle ore 10, preannunciando una possibile conferenza stampa sull’attività parlamentare del gruppo. Voci di corridoio fanno trapelare un altro gossip secondo cui probabilmente sarà ufficializzato il passaggio politico di Carlo Auteri alla Dc. Sarà vero? Lo scopriremo domani.