Forza Italia si allontana sensibilmente dalla candidatura di Fabrizio Ferrandelli a sindaco di Palermo. La distanza è già oltre le dichiarazioni ufficiali. A demarcare una linea non più oltrepassabile anche l’avvicinarsi delle elezioni politiche dopo la sentenza della Consulta di ieri sulla legge elettorale. Se la data delle politiche dovesse coincidere con quella del voto amministrativo, la richiesta romana di linearità e chiarezza agli elettori, che coinvolgerebbe anche il Pd, oltre all’effetto 5 stelle, sarebbero variabili importanti.
Gianfranco Miccichè, che da sempre ha visto male l’ipotesi di un appoggio senza simboli sta virando sensibilmente a 360 gradi : «Non ha senso dire no a Forza Italia, si ai forzisti» va ripetendo perplesso in queste ore ai suoi collaboratori. Contemporaneamente sta sondando nuove disponibilità nel perimetro della coalizione.
Il primo ufficialmente ha espresso ieri un appello a Ferrandelli a riconsiderare le proprie posizioni in materia di cittadinanza dei partiti all’interno delle liste che lo appoggiano. In realtà di fronte ad una richiesta della coalizione, Romano non avrebbe difficoltà ad accettare. Questo lo porrebbe in una posizione di vantaggio e visibilità anche in tema di candidature per le elezioni nazionali.
Il secondo, parlamentare regionale all’Ars, scalpita, pensando di potere essere l’uomo giusto al posto giusto. Avrebbe dalla sua la visibilità di questi anni all’Ars e il radicamento da consigliere comunale degli ultimi anni. Poi, se a Miccichè dovesse andare male la prima o la seconda opzione, rimarrebbe la carta del coordinatore di Palermo. Se infatti la contrapposizione Romano-Milazzo creasse l’ennesimo imbuto, al commissario regionale del partito di Berlusconi, quest’ultimo non ama inciuci alternativi e ha fatto sapere di preferire soluzioni interne, si potrebbe raggiungere un accordo su Dalì.
Quanto pesa però a questo punto la condizione di unità del centro destra sulle scelte di Forza Italia?
Noi per Salvini con Francesco Vozza in testa annuncia battaglia: «Quello che sta succedendo a Palermo, in vista delle prossime elezioni amministrative, ha dell’incredibile: il centrodestra rischia attualmente di non esprimere alcun candidato sindaco e di presentarsi frantumato di fronte all’elettorato, spianando così la strada ad una nuova vittoria di Leoluca Orlando. Tutto ciò, mi spiace dirlo, è solo colpa di Forza Italia che sta continuando a giocare con Ferrandelli, ben sapendo che quest’ultimo nemmeno li vuole con sé. Ci auguriamo che i vertici azzurri rinsaviscano in tempi brevissimi e decidano di ricominciare a discutere con chi davvero vuol mandare a casa l’attuale sindaco di Palermo. Che si facciano subito le primarie o si propongano dei nomi, perché noi non intendiamo riconsegnare la città a Orlando».
Quasi una premessa con cui Vozza si prepara ad un vero e proprio passo avanti per una sua possibile candidatura. Una ipotesi a cui il mondo della destra palermitana sta pensando anche in virtù degli scambi di battute coloriti tra Gianpiero Cannella (Fratelli d’Italia) e Saverio Romano delle ultime settimane.
Una fuga in avanti dei salviniani oggi non è per nulla esclusa e metterebbe un altro candidato in campo, alimentando spaccature e frammentando il panorama complessivo del voto.