Il Green pass non viola la privacy, né tantomeno rappresenta una discriminazione. Queste, in sintesi, le ragioni con cui il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso di alcuni insegnanti contro il ministero dell’Istruzione per l’obbligo del certificato verde a scuola.
In due distinti decreti, la terza Sezione, presieduta da Franco Frattini, spiega che “le dedotte censure di violazioni della privacy a danno di chi esibisca per la lettura elettronica il ‘certificato verde’ rilasciato dopo la vaccinazione sono contraddette sia dall’avvenuto pieno recepimento delle indicazioni del Garante della Privacy in proposito, sia dal dato puramente tecnico e non contestato con argomenti credibili, secondo cui la lettura con app dedicata esclude ogni conservazione o conoscibilità del dato identitario personale, salvo l’accertamento della autenticità del certificato verde, elemento essenziale allorché emergono sempre più frequenti casi di falsificazione e di commercio di certificati verdi falsi”. I giudici amministrativi smentiscono pure l’ipotesi di discriminazione sollevata dai ricorrenti.
“Appare certo smentita – si legge – dalla circostanza che il lavoratore è abilitato, ove non intenda vaccinarsi, ad ottenere il certificato verde con test differenti quali l’antigenico rapido”. Il terzo punto scardinato dal Consiglio di Stato riguarda il diritto individuale alla salute. “Non può avere valore assoluto, allorché sia posto a confronto con l’eguale diritto di una collettività di persone – nella specie gli studenti – il cui ‘diritto a scongiurare possibili contagi’ ha prevalenza – spiegano le sentenze – perché espressione di una componente della ‘salute pubblica’ a fronte del diritto del docente, in ogni caso per nulla negato viste le ammissibili misure alternative al vaccino, e di carattere individuale, per di più da parte di chi ha una responsabilità specifica e rafforzata verso i propri studenti, che costituisce componente essenziale della funzione (se non addirittura missione) di ogni docente”.
Quello di oggi non è l’unico ricorso bocciato dalla giustizia amministrativa. Già in passato sono stati respinte richieste simili. L’ultima, in ordine di tempo, risale alla settimana scorsa quando il Tar del Lazio ha confermato lecito l’obbligo di esibizione del Green pass a scuola da parte del personale. Una richiesta, contenuta nella norma, che – scrivono i giudici – “non si pone in contrasto con i principi costituzionali”.