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Oasi di Troina, Musumeci punta su salute e infrastrutture per le aree interne | CLICCA PER VIDEO E FOTO

lunedì 1 Novembre 2021

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E’ partito da ‘Sala dei 500’ della Cittadella dell’Oasi di Troina il seminario “Aree interne, risorsa per la Sicilia”, un approfondimento sulle potenzialità della civiltà rurale dell’entroterra siculo. Un’iniziativa fortemente voluta e coordinata dalla deputata regionale Elena Pagana, per l’intergruppo all’Ars “Per la Sicilia”.

Il seminario, condiviso con i gruppi parlamentari Diventerà bellissima e Attiva Sicilia, ha gettato le basi per una nuova visione delle aree interne, dando indicazioni concrete alle istanze, preoccupazioni, ma anche proposte di sviluppo locale e di coesione territoriale per arginare la marginalizzazione e lo spopolamento propri delle aree interne, con l’aggravante consequenziale della crisi-socio-economica.

Un dibattito che mi auguro sia il punto di partenza per ridisegnare le nuove politiche per le aree interne più vicine ai cittadini e agli amministratori, perché ne abbiamo bisogno e la nostra area interna è ricchezza. Le aree interne in Sicilia rappresentano semplicemente tutto, qui c’è tradizione, biodiversità e alimentazione: c’è la salute. Nelle aree interne si coltiva uno dei grani più antichi che la terra ci può offrire. Le aree interne sono straordinari esempi di conservazione dell’ambiente, delle tecniche sostenibili di agricoltura, allevamento, agroalimentare scrigno di quella biodiversità”.

“Qui vivono agricoltori ed allevatori custodi del territorio coraggiosi , persone coraggiose che decidono di restare qua nonostante i servizi che sono carenti rispetto a quelli offerti dalle città e nonostante le infrastrutture che, per questioni geomorfologiche, non sono le stesse che troviamo in città”.

Lo ha detto Elena Pagana (Attiva Sicilia), evidenziando il divario che esiste tra le aree interne e le Città metropolitane, e quindi la sfida è dare risposta ai bisogni di questi territori da un lato fragili, perché soffrono gli svantaggi di natura geografica, distanti dai centri principali di offerta dei servizi essenziali e troppo spesso abbandonati a loro stessi, ma che dall’altro lato possono far parte di un processo virtuoso, valorizzandone le risorse naturali e le tipicità culturali, creando nuovi circuiti occupazionali e nuove opportunità per contrastare l’emorragia demografica. L’obiettivo è fare emergere come queste realtà siano grandi risorse perché hanno una marcia in più: sono “risorse sostenibili”.

E allora “L’idea nasce dalle considerazioni degli ultimi anni su aree geografiche come l’Ennese che, malgrado le sue ricchezza sono terre dalle quali si emigra e che conseguentemente si spopolano, nonostante siano disponibili misure economiche che possono attivare un processo virtuoso di sviluppo semplicemente utilizzando le loro potenzialità”, ha aggiunto Pagana, puntando ad una programmazione volta a creare dinamicità economica ed occupazionale di quei territori e da questo nasce l’incontro.

“Il dibattito – sottolinea Pagana – ha consentito, grazie ai relatori intervenuti, di esaminare forze e debolezze, possibili correttivi e interventi necessari e credo che quanto si prospetta a breve scadenza, visto che parliamo della programmazione ormai imminente, possa realmente riportare al ruolo che spetta alle aree da troppo tempo ritenute arretrate, depresse e non meritevoli di investimenti. Il presidente Musumeci è persona che se assume un impegno lo porta a compimento e lo ringrazio per avere ufficializzato al Forum che ho organizzato, il Piano straordinario del Governo. Finalmente arriva quel cambio di prospettiva sulle aree interne per il quale ho lavorato in questi 4 anni da deputata”.

A proposito di mobilità, la presenza di una rete infrastrutturale efficiente per i comuni dell’entroterra è imprescindibile per collegare quelle aree che vivono una collocazione montana. Lo ha spiegato Marco Falcone, assessore regionale alle infrastrutture, che ha partecipato all’incontro, facendo un excursus delle azioni messe in atto dal governo Musumeci per migliorare le connessioni interne nella provincia di Enna.

“Connettere le aree interne rappresenta sicuramente uno dei punti di forza di un’amministrazione regionale, e noi in questi anni abbiamo lavorato anche per dare risalto a questa parte di territorio e ci siamo impegnati per collegare questa rete viaria. Vorrei ricordare che soltanto in questo territorio sono stati circa una trentina gli interventi viari che sono stati finanziati e realizzati.

Facendo alcuni esempi “Se partiamo dalla SP4 che collega l’autostrada Catania-Palermo, attraversa Valguarnera e va verso Piazza Armerina, e qui abbiamo realizzato il collegamento con Mirabella, e tra Mirabella e Aidone, per la SP17, i lavori sono stati consegnati la settimana scorsa e assieme a questi abbiamo consegnati quelli di Agira, la SP18. Siamo intervenuti sulla SP23 che è la catena nuova Regalbuto, sulla SP85 che è la Nissoria Faccio questi riferimenti per dire che oggi la infrastrutturazione stradale è alla base, insieme alla riqualificazione urbana anche qui a Troina”.

La rivoluzione che serve alle aree interne è anche “l’ammodernamento della 575 cioè la strada da Troina verso Paternò, il governo regionale ha impegnato importanti risorse per la progettazione affidata all’ Anas, ed il progetto, che sarà pronto entro Aprile, varia dai 30 ai 40 milioni che finanzieremo che permetterà di recuperare circa 20 minuti per cui in circa un’ora da Troina si arriverà a Catania”.

Nelle aree interne c’è salute “Non è un caso se ci troviamo nelle Sale dei 500 dell’Oasi di Troina, prestigiosa istituzione di questo territorio, con una storia di oltre 30 anni di ricerca, di assistenza, con la lungimiranza attiva di padre Ferlauto– ha detto Ruggero Razza, assessore regionale della Salute – .Un luogo che è stato non soltanto motore di salute, ma anche motore di sviluppo per questo territorio. Altra esperienza di lungimiranza su questo palco è l’Università di Enna che oggi è diventata una grande realtà in settore in evoluzione, perché quest’anno ha visto partire i primi corsi della facoltà di medicina dell’Università della Sicilia centrale”.

Quando noi ci occupiamo del sistema salute e ci troviamo in un’area territoriale depressa, anche difficile da raggiungere, come quella in cui siamo oggi, dobbiamo sempre avere a cuore due attività – ha spiegato l’esponente del governo Musumeci – da un lato c’è il diritto dei cittadini a ricevere una salute di prossimità, il più possibile adeguata alla gestione delle attività emergenziali, dall’altro c’è il sistema di sanità pubblica e privata come motore per lo sviluppo, per la ricerca, per la cultura. Attorno al sistema della sanità, non c’è soltanto l’erogazione delle prestazioni essenziali, del bene essenziale salute,  ma c’è anche un percorso di crescita organizzativa, lavorativa, di sensibilità e di cura”.

Noi lavoreremo molto anche sulla pianificazione del Pnrr, per la componente sanità vedrà la Sicilia essere seconda regione italiana per la quantità di risorse ricevute, quasi 800 milioni di euro che dovranno essere tutte individuate entro il 31 dicembre 2021 per le destinazioni, e tutte contrattualizzate entro marzo 2022 per l’avvio dei lavori. Nella ripartizione di queste risorse,  – conclude Razza –l’impegno è tenere conto di quelle aree di territorio che hanno maggiore bisogno di attenzioni in termini attivi e concreti e ci sono ospedali di questo territorio che devono poter erogare servizi minori”.

Aree interne vuol dire sviluppo ma c’è bisogno di buona politica “Dobbiamo tutelare la identità dei nostri centri, perché se viviamo in un paese lo dobbiamo rendere polo d’attrazione, e significa preservarne le tradizioni, difenderne la cucina locale, le ricette, l’arte. Infine, la defiscalizzazione soprattutto nelle aree montane, meno tasse, ma l’ultima parola spetta al Parlamento nazionale. Questo ci può consentire di agevolare il ricorso al contrario: dalle aree costiere e metropolitane alle aree interne”, ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che ha concluso i lavori.

“Ringrazio l’on. Pagana per avere avuto l’intuito di questa iniziativa che è la prima.  Enna è il paradigma di come un’area interna può restare isolata da ogni collegamento o può diventare un polo di attrazione. Progettare le aree interne da quella che è la delimitazione della provincia, e la programmazione ci può consentire di trovare i fondi. Si fa un tavolo che resta aperto per una settimana, dopo di che si chiude. Si capiscono le priorità che io darei ai Comuni che hanno subito una maggiore emorragia con l’emigrazione e si comincia a lavorare con stanziamenti finalizzati. Io credo – ha affermato Musumeci – che questo possa consentire di ridare vitalità ed armonia alle aree interne”. 

Il piano straordinario per le aree interne pensato dal governo Musumeci è ambizioso e vale 500 milioni di euro, per una prima fase, con la nuova programmazione comunitaria 2021-2027 , coinvolgendo i sindaci come protagonisti di questo nuovo processo. Musumeci ha, infatti, annunciato che è già stato affidato un incarico per lo studio economico sulle aree interne, in modo da presentare il progetto agli amministratori locali già ad inizio del 2022. “Tutte le iniziative devono essere rese organiche per un Piano regionale delle aree interne ed è questo che stiamo facendo come Governo regionale, un piano organico che per essere realizzato ha bisogno di almeno mezzo miliardo di euro che pensiamo di stanziare con la nuova programmazione 2021/2027 “.

Oggi produttori ed allevatori di aree interne vivono in una condizione difficilissima, dobbiamo renderci conto, di questa consapevolezza – ha aggiunto il presidente Musumeci – ne dobbiamo fare un impegno programmatico, come lo abbiamo fatto per la viabilità, in attesa che Roma mandi un commissario straordinario, che aspettiamo da due anni, per rifare tutte le strade provinciali della Sicilia, ci vogliono 1,3 miliardi di euro, ne abbiamo parlato con il ministro Giovannini”.

Musumeci si è soffermato sul tema dei collegamenti autostradali anche alla luce dei pesanti eventi atmosferici degli ultimi giorni, e occorrerà chiedere a Roma 3 o 4 miliardi per mettere in sicurezza l’intera viaria dell’Isola, sia quella statale, sia quella provinciale, disastri conseguenti a quella che è stata la decapitazione delle Province.

 

 

 

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