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L'attesa dei lavori

Occhi puntati sulla riforma dei Consorzi di Bonifica, tra stabilizzazione dei lavoratori e nuove proposte: tutto pronto per Sala d’Ercole

venerdì 6 Giugno 2025
Regione Siciliana

Resta ancora un nodo da sciogliere all’Ars, dopo il disco verde alla manovrina del governo Schifani. Si tratta della riforma dei Consorzi di Bonifica, con la possibilità per i deputati di maggioranza e opposizione di presentare emendamenti entro il 20 giugno.

Sul tavolo resta la delicata questione della stabilizzazione dei lavoratori precari, con l’obiettivo di portare tutti i contratti a 156 giornate lavorative annue, rispetto alle attuali 78 e 101 giornate previste per molti dipendenti.

Un paio di giorni fa il governo guidato da Renato Schifani ha incassato un risultato rilevante, la mini manovra è stata approvata dall’Assemblea Regionale Siciliana (clicca qui) senza particolari tensioni. Il voto ha visto 44 deputati esprimersi a favore, mentre l’opposizione ha scelto la via dell’astensione, segno di un clima più disteso e costruttivo in aula. Determinante per il buon esito del voto è stata la compattezza della maggioranza, che ha accolto l’appello del presidente Schifani, presente in aula, a non presentare emendamenti, garantendo così un’approvazione rapida e lineare.
Anche l’opposizione ha dato prova di responsabilità, contribuendo con un atteggiamento aperto al confronto, pur non votando a favore. Questo ha favorito il buon andamento dei lavori parlamentari. Ma tanto altro è accaduto a Palazzo dei Normanni.

Consorzi di Bonifica: occhi puntati sulla riforma

Nei prossimi giorni si prevede un confronto acceso sulle richieste di modifica di provvedimenti approvati nei precedenti esercizi finanziari, avanzate da vari deputati.
Un passaggio chiave si avrà con l’ammissibilità degli emendamenti proposti.

Tra gli interventi, oltre a quelli degli esponenti delle opposizioni, anche quelli dei due deputati della Democrazia Cristiana, il capogruppo Carmelo Pace e il presidente della Commissione Affari Istituzionali Ignazio Abbate, che hanno dato pieno sostegno alla manovra con un intento ben preciso: inserire un contributo straordinario ai Consorzi di Bonifica in difficoltà, quelli di Ragusa e Agrigento, di 5 milioni di euro. Fondi da recuperare con la rimodulazione di alcuni articoli del testo.

I lavoratori chiedono certezze. Riforma e risorse, investimenti e stabilità, per pagare, almeno in parte, mesi di stipendi arretrati.

Ormai da anni gli enti di Bonifica, particolarmente a Ragusa e Agrigento sono segnati da ritardi nei pagamenti che penalizzano i lavoratori e le loro famiglie. Malgrado ciò, il personale dei Consorzi assicura quotidianamente con generosità e competenza la propria opera rimanendo sempre in attesa che la Regione proceda nella riorganizzazione del settore con una buona legge di riforma.

Il contributo straordinario erogato nelle ultime ore rappresenta forse una risposta.

L’attuale sistema consortile presenta infatti numerose problematiche, ovvero frammentazione eccessiva, inefficienza gestionale, infrastrutture obsolete e scarsamente interconnesse, elevata esposizione debitoria, difficoltà nel reperimento di risorse e incapacità di partecipare efficacemente a bandi di finanziamento pubblici.

Tali criticità ostacolano la gestione ottimale delle risorse idriche e la capacità di fronteggiare eventi climatici estremi, come la siccità prolungata che aumentano il rischio di danni alle colture.

Nonostante il riordino avviato nel 2014 con la costituzione di due grandi consorzi (Sicilia Occidentale e Sicilia Orientale), la gestione è rimasta frammentata e “transitoria”, con i vecchi consorzi ancora operativi come “mandatari senza rappresentanza”, una situazione che ha prodotto inefficienze e complicazioni amministrative.

Cosa prevede la proposta

La proposta prevede la costituzione di quattro nuovi consorzi di bonifica, corrispondenti a comprensori più ampi e omogenei, denominati Sicilia nord orientale, Sicilia nord occidentale, Sicilia sud occidentale e Sicilia sud orientale. La riorganizzazione si basa su criteri di integrità dei bacini idrografici, unitarietà dei sistemi irrigui, dimensioni adeguate per economie di scala e superamento dei vincoli amministrativi.
I nuovi consorzi garantiranno accentramento dei servizi (progettazione, affari legali, gare, ecc.), riequilibrio nella distribuzione del personale, gestione unitaria e flessibile delle risorse idriche, maggiore autosufficienza economica e riduzione del sostegno pubblico per il funzionamento.
La legge istituisce inoltre un ufficio interconsortile per uniformare e centralizzare funzioni amministrative e di programmazione.
Viene ridefinita la contribuzione consortile, ora commisurata ai benefici effettivi derivanti dalle opere di bonifica e irrigazione, con l’introduzione di un catasto regionale unico e di un piano di classifica regionale per una equa quantificazione dei contributi.
I consorzi saranno chiamati anche a svolgere attività complementari, quali la tutela e il risanamento delle acque irrigue, la difesa del suolo, la manutenzione delle infrastrutture rurali (strade interpoderali, acquedotti rurali, rete elettrica rurale) e la promozione di percorsi ecologici.
Si valorizzerà il personale tecnico-turnista già in servizio, favorendo la riqualificazione e un impiego stabile nel sistema consortile. Il finanziamento delle attività derivanti dal contributo consortile sarà affiancato da fondi comunitari, nazionali e regionali. L’assessorato regionale continuerà a sostenere temporaneamente i consorzi con contributi diretti, da ridurre progressivamente in favore dell’autosufficienza finanziaria.
Priorità dell’uso agricolo dell’acqua durante le emergenze siccità, con possibili riduzioni contributive per i consorziati colpiti, norme per l’invarianza idraulica e la gestione integrata dei fiumi e coste, percorsi per l’approvazione degli statuti e regolamenti dei nuovi consorzi e nomina di commissari straordinari per garantire la gestione ordinaria fino al completamento del riordino. Saranno i punti da cui ripartire. Questa riforma, quindi, rappresenta un passo fondamentale per modernizzare e rendere più efficiente il sistema consortile siciliano, rispondendo alle esigenze attuali di sostenibilità ambientale, sviluppo agricolo e sicurezza del territorio.

Nel disegno di legge che prevede il “Riordino dei consorzi di bonifica e di irrigazione della Regione Siciliana” si organizzano con 41 articoli le norme che riguardano l’organizzazione dei consorzi, oggetto e finalità, contribuzione consortile, funzioni e attività, disposizioni transitorie e liquidazione.

Nei prossimi giorni a tenere banco saranno le richieste, arrivate da deputati di maggioranza e opposizione, di rimettere mano ai provvedimenti approvati nei precedenti esercizi finanziari.

La partita entrerà nel vivo martedì mattina, quando la I Commissione sarà chiamata a esprimersi sull’ammissibilità degli emendamenti proposti. Si tratta di un provvedimento pensato dal presidente della Commissione Affari Istituzionali Ignazio Abbate per dare possibilità ai colleghi di rettificare misure che in caso contrario non verrebbero mai attuate.

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