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La voce dell'Omceo

Offese e ritardi nel Ps di Siracusa, Madeddu: “La medicina senza rispetto smette di essere cura”

lunedì 15 Dicembre 2025

Due segnalazioni in pochi giorni, entrambe riferite alla scorsa settimana, riaccendono i riflettori sul Pronto soccorso dell’ospedale Umberto I di Siracusa. Due pazienti  hanno denunciato presunti “maltrattamenti” e atteggiamenti ritenuti offensivi da parte del personale del reparto di emergenza.

La prima denuncia è di una donna di Priolo, che con nome e cognome ha raccontato l’atteggiamento “maleducato e irrispettoso” di un infermiere. La paziente ha riferito di essere stata mortificata e derisa dall’operatore, che avrebbe usato parole offensive nei suoi confronti e non si sarebbe adoperato adeguatamente per gli altri malati in attesa. “Credo che nessun infermo meriti di essere trattato in questo modo, soprattutto in un ospedale”,  ha affermato la donna, parlando di una grave mancanza di umanità”.

“Siamo costernati ma assolutamente decisi, nell’immediato, a individuare i responsabili e sanzionarli – ha dichiarato il commissario straordinario dell’Asp di Siracusa, Chiara Serpieri-. Siamo grati alla signora per essersi esposta e le chiediamo di collaborare con noi a questi fini. L’utenza dei nostri servizi sanitari deve essere assolutamente certa rispetto alle determinazioni di questa Direzione aziendale, con cui tali episodi segnalati saranno affrontati”.

Un altro pensionato, ex docente, ha denunciato di non avere ricevuto cure adeguate e in tempi ragionevoli e di essere stato umiliato con frasi indegne. L’uomo ha raccontato di essersi sentito trattato “come un animale” e ha descritto una situazione di forte dolore e sofferenza per tutti i pazienti in attesa all’interno del pronto soccorso.

Il Codacons ha presentato un esposto alla Procura di Siracusa e ha chiesto l’intervento del ministero della Salute.

Anche su questo episodio l’Asp ha chiesto scusa al paziente coinvolto nell’increscioso episodio” e ha avviato un’indagine interna per accertare responsabilità e adottare provvedimenti disciplinari”.

L’OMCEO

Sulla vicenda interviene anche il presidente dell’Ordine dei Medici di Siracusa, Anselmo Madeddu, che invita alla massima vigilanza sul rispetto della dignità dei pazienti, ma anche del personale sanitario.
Il pronto soccorso è un luogo di sofferenza e di attesa, una soglia in cui il malato non porta con sé soltanto un sintomo ma l’intera storia della propria fragilità, mentre il personale sanitario vive ogni giorno la pressione di carichi assistenziali spesso insostenibili, della carenza di risorse, di una continua corsa contro il tempo, per questo medici e infermieri hanno il dovere deontologico, umano e culturale non solo di curare, ma anche di ascoltare, di accogliere, di rispettare, perché ogni parola pronunciata in quei corridoi può lenire o aggravare una ferita, costruire fiducia o scatenare diffidenza, dare il senso di una comunità che si prende cura o al contrario di un’istituzione muta e distante”, spiega il presidente dell’Omceo.

Il doppio rischio

“Gli episodi segnalati, se confermati, non sono semplici sgarbi o momenti di stanchezza, ma una crepa nel patto di fiducia che lega la comunità ai suoi camici bianchi – evidenzia -. Una frattura che rischia di allargarsi ogni volta che un paziente si sente umiliato, ridotto a numero, privato del diritto elementare di essere guardato negli occhi, e questa frattura si alimenta anche di un racconto pubblico spesso gridato, di titoli che parlano in modo sommario di malasanità e di presunti casi che nella grande maggioranza delle situazioni si rivelano infondati”.

“Al tempo stesso – prosegue – non possiamo ignorare che esistono anche denunce costruite, distorte, talvolta persino strumentali e che i medici e gli infermieri sono sempre più spesso bersaglio di aggressioni verbali e fisiche, di campagne di delegittimazione, di una violenza che si nutre di rabbia e di sfiducia generalizzata, difenderemo sempre i professionisti che operano in condizioni difficili, tra turni massacranti e carenze strutturali, ma non possiamo e non dobbiamo mai giustificare comportamenti che offendono la dignità delle persone, perché là dove si spezza il rispetto la medicina smette di essere cura e diventa puro esercizio tecnico e là dove si calunnia o si colpisce un medico solo per trovare un colpevole di comodo si ferisce la stessa idea di servizio pubblico”.

L’appello

“Abbiamo apprezzato la tempestività e il senso di umanità mostrato nell’occasione dal commissario dell’Asp Serpieri, alla quale l’Ordine dei Medici da il ben venuto e augura il più proficuo lavoro a Siracusa, e siamo certi che, se le responsabilità dovessero essere accertate, saprà adottare le eventuali misure disciplinari e tutte le azioni preventive e curative del fenomeno – dichiara –. Ed a tal fine l’Ordine dei Medici intende fornire alla Asp la propria massima collaborazione per avviare insieme un lavoro profondo sulla formazione alla relazione e alla comunicazione nei luoghi dell’emergenza. Ma altrettanto doveroso è l’invito ai cittadini a non intraprendere scorciatoie fatte di insulti, minacce, violenze o finte denunce costruite a tavolino, perché la giustizia non ha bisogno di urla ma di fatti e di prove e perché ogni denuncia falsa toglie voce a chi ha davvero subito un torto”.

”Occorre imparare a usare i canali istituzionali di segnalazione, il dialogo con le direzioni sanitarie, il confronto con gli Ordini professionali, sapendo che la qualità di un sistema sanitario non si misura soltanto sulle tecnologie o sui protocolli, ma anche sulla capacità collettiva di pronunciarsi con una parola in più, una parola gentile, un ‘mi dispiace’ che restituisca al malato la percezione di non essere solo e che nello stesso tempo protegga il lavoro onesto e silenzioso della grande maggioranza dei professionisti”, conclude.

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