Aumento secco di 890 euro nelle tasche dei deputati dell’Ars, l’argomento che più di tutti fa discutere la stampa e le trasmissioni nazionali e che affondano la politica siciliana. Approvata la manovra finanziaria del governo Schifani, è passata la norma che prevede l’adeguamento delle indennità all’indice Istat. E’ certamente una legge dello Stato, ma resta il fatto che il parlamento siciliano ha fatto salvi gli incrementi. Si poteva evitare? Il coordinatore regionale del M5S, Nuccio Di Paola, si spinge anche oltre.
“Vanno tagliati gli stipendi dei parlamentari regionali che oggi arrivano a 12,500 € lordi. È la nostra posizione di sempre. Al netto delle strumentalizzazioni che sono state fatte sulla mia persona, dico che la battaglia va fatta in aula, votando una norma che può o depennare la legge sugli aumenti – che risale al 2014- oppure portare- direttamente- una legge che fissa gli stipendi a meno di quella cifra. È un fatto ingiusto per i siciliani, ricordando che i deputati del M5S hanno sempre tagliato i propri stipendi. Vero è che lo facciamo con le restituzioni, ma ribadisco che noi vogliamo fare le leggi, portarle in assemblea e votarle. È quello che vogliono anche i cittadini”.
Cosa fare di questi 890 euro in più in busta paga? Di Paola ha la sua idea e lancia una sfida ai colleghi di Sala d’Ercole. “Cercheremo di valutare dei progetti. Ieri sera, in trasmissione da Giletti, non avete visto, ma ho portato un assegno simbolico di 10 mila euro, che rappresentano i primi due mesi di questo aumento ISTAT per decidere insieme, anche pubblicamente, su cosa destinarli. Mi sono stancato anche della strumentalizzazione fatta sulle restituzioni che facciamo. Io parlo di un progetto che può partire anche dal pubblico, che venga deciso dal basso. Questa è la mia idea. Nel frattempo che si arrivi alla norma per tagliare gli stipendi, e non solo l’aumento, invito tutti i parlamentari a rinunciare a questa parte economica. Restituendo queste somme si dà un segnale concreto alla gente che ha difficoltà a pagare le bollette della luce”. E Gianfranco Miccichè che dice “con l’indennità arrivo a fine mese”, il deputato pentastellato replica “Miccichè fa un ragionamento staccato dalla realtà”. Considerato che il governo romano tira il freno sul reddito di cittadinanza: “si pensa di staccarlo o ridurre di tanto l’importo e molti non potranno percepirlo”, ha detto preoccupato Nuccio Di Paola.
Scontento anche della finanziaria. I 22 voti contrari alla manovra sono arrivati dall’opposizione. “Si può fare sempre di più. Non c’è stata grande soddisfazione e ricordo a tutti che il M5S ha dato voto contrario come il PD, a differenza di qualche altro gruppo politico che si professa di opposizione, ma che poi nei fatti si è astenuto. Vengo accusato di fare inciucio, ma basta controllare le carte e gli atteggiamenti in aula.
Sui rifiuti nulla, l’unico articolo che riguardava le consulenze era quello presentato dall’assessore Di Mauro, ma è stato bocciato. Per la sanità aumentano i problemi, non vorrei che i cittadini arrivino a fare un’assicurazione per usufruire dei servizi sanitari. Sono preoccupato perché si va sempre più verso lo smantellamento della sanità pubblica, a favore di quella privata”.