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La commissione

Oltre al “boarding”: la strategia della Regione per migliorare i Pronto Soccorso siciliani

venerdì 10 Gennaio 2025

Sovraffollamento cronico, lunghe attese, ricoveri fantasma, carenza di personale, problemi strutturali, burocratici e gestionali.

I problemi che affliggono i Pronto Soccorso siciliani sono molteplici, vari e spesso complessi, risultando da una combinazione di fattori organizzativi, strutturali e sistemici.

La commissione istituita dall’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, per verificare lo stato di efficienza dei Pronto Soccorso siciliani, ha fatto ieri il punto con i vertici dell’Assessorato e i direttori generali delle Aziende sanitarie, completando la prima fase di lavoro con un’analisi tecnicamente attenta basati su standard elevati internazionali. Il documento presentato all’Assessorato rappresenta un punto di partenza per sviluppare interventi mirati per garantire ai cittadini un Servizio Sanitario più adeguato alle loro necessità, ma anche agli operatori sanitari.

“L’obiettivo è chiaro: il nostro scopo è suggerire soluzioni pratiche e applicabili. Si tratta di un esercizio di benchmarking”, spiega Massimo Geraci, direttore del Pronto Soccorso dell’Arnas Civico di Palermo e membro della commissione.

“Non intendiamo nascondere le criticità – sottolinea -. Anzi, la nostra analisi ha l’obiettivo di identificare le problematiche sistemiche, come il fenomeno del ‘boarding’, e di proporre interventi mirati per ridurre le inefficienze. Siamo consapevoli che i Pronto Soccorso spesso si trovano a dover affrontare le conseguenze di problematiche più ampie, come il taglio dei posti letto, l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche“.

La commissione

La Commissione tecnica di valutazione è composta da 14 membri, tra medici e dirigenti sanitari e primari di Pronto Soccorso, insieme a Fabrizio Geraci, dirigente del Servizio Programmazione Ospedaliera dell’Assessorato regionale, e Maria Lucia Furnari, dirigente del Servizio Formazione del Dasoe.

Il lavoro attualmente svolto si è articolato in diverse fasi. Siamo partiti con un’indagine conoscitiva dettagliata, inviando schede strutturate secondo standard di qualità internazionali – spiega -. Questo approccio ci ha permesso di raccogliere dati oggettivi sui Pronto Soccorso siciliani, puntando a una valutazione tecnica e imparziale, basata sull’analisi delle schede e dei dati di attività del 2023. Successivamente, abbiamo somministrato ulteriori test seguendo gli standard di qualità della Joint Commission. Nella seconda fase, abbiamo effettuato sopralluoghi nelle strutture, con l’obiettivo di osservare direttamente i modelli organizzativi in uso. Questo confronto ha consentito di individuare buone pratiche già consolidate in alcune realtà e di valutare la possibilità di replicarle in altre strutture. La terza fase ha riguardato l’elaborazione dei dati raccolti e la formulazione di proposte operative. Il fine ultimo, come detto, è fornire un feedback alle strutture sanitarie, suggerendo interventi concreti e basati su evidenze per migliorare l’efficienza e l’efficacia del sistema. Siamo fiduciosi che questo percorso possa contribuire a una gestione più efficiente delle emergenze-urgenze e a un miglioramento complessivo del servizio per i cittadini siciliani”.

Le criticità

“Le criticità che affliggono i Pronto Soccorso siciliani, sono le stesse del resto d’Italia e sono note a tutti. Dall’inappropriatezza degli accessi al taglio dei posti letto. Sono sfide complesse, che comprendono, tra le altre, il fenomeno del ‘boarding’ e la questione della mortalità, temi recentemente oggetto di ampio dibattito – evidenzia -. Tuttavia, desidero chiarire che, sebbene le problematiche siano reali e significative, l’analisi di questi fenomeni deve essere condotta con grande attenzione. I dati relativi alla mortalità, se mal interpretati o manipolati, possono generare una narrativa distorta che tende a colpevolizzare i Pronto Soccorso, i loro direttori e tutto il personale sanitario. Questa rappresentazione è ingiusta e non coglie la complessità del problema. Per esempio, pazienti in condizioni terminali spesso arrivano in pronto soccorso perché le loro famiglie, pur legittimamente, non sono assistite o preparate adeguatamente sul territorio. In queste situazioni, il nostro compito come operatori sanitari è garantire un accompagnamento dignitoso alla morte, ma dobbiamo anche ottimizzare l’uso dei posti letto per salvaguardare i pazienti che hanno maggiori possibilità di sopravvivere”.

 I prossimi passi

“Le soluzioni ai problemi dei Pronto Soccorso non si limitano all’aumento dei posti letto, ma richiedono un miglioramento dell’efficienza nella gestione ospedaliera. È essenziale integrare il Pronto Soccorso con il resto del presidio ospedaliero, superando la percezione che sia un elemento separato. Un altro aspetto cruciale riguarda la gestione delle liste d’attesa, che spesso sottraggono risorse destinate all’emergenza-urgenza, alimentando il fenomeno del boarding. In questo caso il Civico, ad esempio, durante i periodi di maggiore affluenza, come le festività o le ondate influenzali, sospende i ricoveri programmati per 15 giorni per alleggerire la pressione sugli ospedali”.

L’obiettivo della commissione e dell’Assessorato regionale alla Salute è quello di rendere il sistema più fluido ed efficiente, bilanciando le esigenze dei cittadini con le capacità operative delle Aziende sanitarie. Per quanto riguarda il futuro l’Assessorato, insieme alla commissione, sicuramente non si limiterà a semplici visite, ma prevede incontri diretti con le dirigenze delle Asp e dei presidi ospedalieri, nei quali  si discuteranno le problematiche specifiche di ciascuna realtà. Solo attraverso il dialogo e la condivisione delle esperienze potremo comprendere appieno le necessità di ogni struttura e proporre soluzioni su misura – conclude -. Sono convinto che il nostro lavoro possa essere utile e proficuo per il miglioramento della sanità, con l’obiettivo di rendere i servizi sanitari più efficienti, inclusivi e sostenibili nel tempo. È ora di smettere con la “caccia alle streghe”  da tutti i fronti e concentrarci su interventi concreti e realizzabili”.

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