La procura ha disposto il fermo di Giuseppe Cangemi, 62 anni, il cognato di Stefano Gaglio, 38 anni, ucciso ieri mattina a Palermo.
“Ho ucciso mio cognato“. Si è presentato da solo alla squadra mobile di Palermo. Era ormai braccato dagli agenti che lo avevano iniziato a cercare poco dopo la sparatoria in via Oberdan davanti alla farmacia Sacro Cuore ieri mattina. Ai poliziotti ha consegnato la pistola con cui ha fatto fuoco. Cangemi operaio della Rap avrebbe sparato senza un movente.
Stefano Gaglio, 39 anni, magazziniere della farmacia Sacro Cuore che si trova in piazza Principe Camporeale, aveva lasciato i figli a scuola e stava entrando in farmacia dal lato del magazzino in via Oberdan. Poco prima di essere raggiunto da quattro colpi d’arma da fuoco aveva parcheggiato lo scooter ed era sul marciapiede. Cangemi è stato ripreso dalle telecamere nella zona.
L’avvocato di Cangemi: “C’è un forte disagio psichico”
“C’è un forte disagio psichico“, dice l’avvocato Salvino Pantuso che difende Cangemi. “Questo disagio porta ad affermare che non c’è alcun movente che abbia spinto il mio assistito a sparare contro il cognato. Questo è un aspetto che dovrà essere valutato nel prosieguo delle indagini. Si è detto di eredità o di questioni economiche, ma non è così” aggiunge.
Nel corso dell’interrogatorio davanti al pm Maurizio Bonaccorso l’indagato ha iniziato a farfugliare frasi senza senso. Segno di un disagio mentale che spetterà adesso agli investigatori stabilire se sia reale o un tentativo per ottenere benefici. “Il mio assistito – aggiunge l’avvocato – si è dimostrato collaborativo, ha ammesso le sue responsabilità“. Per cercare di comprendere cosa abbia potuto spingere Cangemi a sparare al cognato sono proseguiti gli interrogatori dei familiari. Tra gli altri è stata sentita la compagna del dipendente della Rap che è sorella della moglie della vittima.
I colleghi di lavoro di Cangemi: “Non ha mai creato alcun problema”
“Al lavoro non ha mai creato alcun problema. Certo era un carattere forte che si sapeva fare rispettare. Se avesse problemi psichici non ce ne siamo accorti”. I colleghi della Rap, l’azienda municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti a Palermo descrivono così Giuseppe Cangemi di 62 anni residente alla Kalsa accusato dell’omicidio del cognato Stefano Gaglio ieri davanti alla farmacia Sacro Cuore in via Oberdan a Palermo.
Il dipendente proviene dal bacino Amia Essemme ed era impegnato nello svuotamento dei cestini in città. Nella società di gestione dei rifiuti lavorano due parenti dell’uomo fermato per il delitto. Per l’avvocato il delitto sarebbe senza movente, ma per i colleghi della Rap la vicenda della villetta donata alla sola famiglia della vittima sembra una movente piuttosto probabile per spiegare le tensioni degli ultimi tempi tra i parenti.