Si sono incatenati davanti la sede dell’arcivescovado di Palermo i 42, ormai, ex lavoratori dell’Opera Pia Ruffini, che a gennaio scorso hanno ricevuto le lettere di licenziamento da parte dell’ente gestito dalla curia del capoluogo. Il loro è l’ennesimo tentativo, seppur fuori tempo massimo, di riaprire la vertenza. Un tentativo disperato, visto che il Consiglio di amministrazione dell’ente, presieduto dall’arcivescovo Corrado Lorefice, non ha mai cambiato idea in tutti questi mesi e ha quasi sempre disertando le occasioni di confronto con i lavoratori. L’ultima quella presso l’Assessorato regionale alla famiglia.
L’Opera Pia è un ente che riunisce la maggior parte delle numerose opere sociali promosse dal Cardinale Ernesto Ruffini, arcivescovo di Palermo dal 1946 al 1967, a favore delle fasce più bisognose della popolazione della città.
“Non abbiamo mai smesso di protestare, in tutte le sedi, ma ancora non siamo riusciti ad avere delle risposte rassicuranti sul nostro futuro”, dichiara l’ex dipendente Rosalia Catalano. “Noi vogliamo – interviene la collega Maddalena Amorello – che l’Opera Pia si presenti almeno al tavolo di discussione organizzato dall’Assessorato di via Trinacria, per valutare la procedura di licenziamento collettivo”.
“Non abbiamo ancora molto tempo – dichiara Anna Romano – trascorsi infruttuosamente i famosi 120 giorni i licenziamenti diventeranno effettivi in maniera irreversibili”. “Sembra un paradosso – dichiara Annamaria Costanzo – che proprio un’ente che si prodiga per il prossimo ci tratti in questa maniera. Chiediamo a Papa Francesco che ricordi a tutti le parole del Cardinale Ernesto Ruffini: ‘Mettiamo l’uomo in condizioni umane e vivrà da uomo’”.