Un operatore palermitano del servizio del 118 regionale fa presente la difficile e angosciante condizione nella quale lui e i suoi colleghi sono costretti a lavorare per affrontare l’emergenza coronavirus. Il dipendente affida a una lettera aperta il suo sfogo che, più che altro, vuole essere un grido d’aiuto.
LA LETTERA DI CARLO ALAGNA
Caro “concittadino politico”, ti “scrivo” perché ci dovete dare una mano.
Qua non è più un discorso di colore politico, è un discorso di giustizia sociale, di rispetto verso dei lavoratori in prima linea. Iniziamo ad ammalarci anche noi, iniziano a morire anche noi. Non costringeteci, (parlo a tutta la classe politica) a fare azioni che non vogliamo fare. È pazzesco che dall’assessorato alla Salute – Servizio 6, vengano inviate delle direttive così assurde.
Solo ieri, in Sicilia, sono state chiuse 4 postazioni 118, per positività di numerosi colleghi, ed è solo l’inizio. Fate un’interrogazione, un d.l., qualsiasi cosa per chiedere che immediatamente siano rettificate le ultime circolari del “Servizio 6” che sminuendo il ruolo di operatore sanitario del autista-soccorritore, abbassa il livello di dpi da utilizzare ed addirittura in alcuni casi li elimina completamente ritenendoli non necessari.
E’ bene che sappiate tutti, che questa è una guerra, dove non é certo il vincitore ma di sicuro è certa la vittima.
Dateci una mano, dateci voce in tutte le sedi istituzionali… ma datecela adesso, prima che sia troppo tardi. La disperazione, giorno dopo giorno, si tramuta in rabbia, e piano piano in tutti noi a/s cresce un unico pensiero… se dobbiamo “morire” per forza (perché chi ci amministra, fa scelte incomprensibili, non sappiamo se dettate solo da un facile calcolo economico), allora “non moriremo da soli”.
Grazie a tutti coloro che ci daranno voce e che ascolteranno la nostra voce.
Carlo Alagna
Operatore Sanitario-Autista/Soccorritore 118 Sicilia componente del Mud.