Una vasta operazione antimafia della polizia di Stato è in corso contro esponenti delle cosche di Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese.
Circa 150 agenti provenienti da tutta la Sicilia e anche dalla Calabria stanno eseguendo 15 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Messina, su richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, peculato, trasferimento fraudolento di valori, violazione della pubblica custodia di cose e sottrazione di cose sottoposte a sequestro.
Le persone arrestate stamani dalla polizia a Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo a vario titolo per i reati di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, estorsione, peculato, trasferimento fraudolento di valori, sono Giuseppe Accetta 40 anni, Luisella Alesci, di 54, Salvatore Crinó , di 57, Natale Antonino De Pasquale, di 44, Tiziana Francesca Foti, di 52, Angelo Munafò, di 44, Antonio Ofria, di 20, Carmelo Ofria di 34, Chiara Ofria, di 23, Domenico Ofria, di 54, Giuseppe Ofria, di 30, Salvatore Ofria, di 60, Fabio Andrea Salvo, di 52, Paolo Salvo, di 53, Salvatore Virgillitto, di 59.
“Le indagini condotte hanno messo in evidenza come un’azienda confiscata ad una organizzazione operante appunto nel Barcellonese sia stata gestita senza soluzione di continuità dalla stessa organizzazione a cui era stata sottratta“. A dirlo il procuratore capo di Messina Antonio D’Amato oggi durante la conferenza stampa per l’operazione antimafia della polizia.
“Tutto questo è stato possibile – continua D’Amato – grazie ad intuizioni investigative, ad un sistema di intercettazioni e monitoraggio ed anche al determinante apporto di un collaboratore di giustizia. La continua presenza criminale ha generato agli occhi della comunità la percezione di una certa continuità delinquenziale“.
“L’esito delle attività d’indagine – dice anche il questore Annino Gargano – ha dimostrato come queste organizzazioni che oggi andiamo a contrastare efficacemente sul territorio abbiano alzato l’asticella del posizionamento mafioso nel territorio in cui gestivano le proprie attività. Un collaboratore di giustizia ha reso dichiarazioni nel corso delle investigazioni che hanno trovato poi riscontro nell’attività svolta“.
C’è anche il presidente dell’Ordine dei commercialisti di Catania, Salvatore Virgillito, 60 anni, tra gli arrestati dalla polizia nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Messina contro il clan di Barcellona Pozzo di Gotto.
L’ipotesi di reato contestata è il concorso esterno all’associazione mafiosa. Secondo l’accusa, avrebbe “demandato” alla famiglia Ofria “l’attività di gestione di un’impresa confiscata alla mafia” di cui “era amministratore giudiziario”, e quindi ricoprendo il ruolo di pubblico ufficiale, “agevolando la vendita in nero di pezzi di ricambio di autovetture e la sottrazione di denaro dalle casse della società”