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Il consiglio di amministrazione dell’orchestra sinfonica Siciliana ha scelto di revocare la nomina a Ester Bonafede. L’ormai ex sovrintendente della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana era stata eletta con i voti del presidente Stefano Santoro e del consigliere Marco Intravaia.
Quest’ultimo non ha preso parte alla votazione durante la riunione di oggi, 17 giugno, che si è protratta ben oltre i “cinque minuti” preannunciati da Santoro. Infatti, la conferenza stampa prevista dopo la riunione del consiglio, fissata per le 16,30, è iniziata solo poco dopo le 18.
Una delle nomine più veloci della storia quella di Ester Bonafede in quanto la sua poltrona è durata poco più di dieci giorni. Proprio l’avvocato forzista Stefano Santoro, presidente del cda è stato il protagonista di questa revoca che ha lasciato stupiti molti politici della maggioranza del governo regionale, tra qui anche Gianfranco Miccichè, uomo chiave per il suo ruolo di sottogoverno. Lo stesso che aveva voluto proprio Santoro alla presidenza della Foss.
“Il debito della Fondazione – ha spiegato Santoro – è già in essere attraverso le leggi in materia di sgravi fiscali. L’attività artistica è attiva. Stiamo attenti ai tagli. Questa Fondazione è una eccellenza per la Sicilia. Io non sono un soggetto politico, sono stato nominato dal presidente della Regione. Lo statuto della Fondazione parla chiaro e noi dobbiamo garantirne l’indipendenza “.
Il curriculum della Bonafede aveva superato più di trentaquattro candidature, arrivate dopo l’annuncio della selezione per il posto che lei aveva già ricoperto per circa sette anni. A votare a favore della revoca sono stati il presidente Stefano Santoro, che l’ha proposta, i consiglieri Giulio Pirrotta e Sonia Giacalone. Come sottolineato in precendenza, è uscito al momento del voto, invece, il consigliere Marco Intravaia, che prima era stato nominato vice presidente.
Santoro ha spiegato che la nomina è stata revocata perché Ester Bonafede non ha presentato l’attestazione della sospensione dei procedimenti pendenti sul conflitto d’interessi, avendo un contenzioso aperto con la stessa Fondazione. Il Cda non ha tenuto conto di una mail inviata da Bonafede nelle ultime ore con la quale comunicava la disponibilità a rinunciare al contenzioso: “Non bastava a far cessare gli effetti giuridici del procedimento”.
Alla domanda sul perché questa richiesta di sospensione sia stata fatta dopo la nomina essendo noto che la Bonafede avesse un contenzioso pregresso, Santoro ha risposto: “Prima della nomina erano solo voci”.
La Fondazione ha un debito di oltre 7 milioni di euro e dovrà pagare rate di mutuo, a partire dal 2021 e fino al 2032, per oltre 600 mila euro all’anno, a fronte di 500 euro di incassi al botteghino. Da qui la domanda dei cronisti sul numero del personale dell’ente, in particolare gli amministrativi (26 su 112): “Questa governance – ha risposto Santoro – non ha intenzione di tagliare alcun posto di lavoro, parliamo di persone che hanno famiglia”.
Poi parla dell’orizzonte temporale per la nomina di un nuovo sovrintendente: “Sarà scelto in tempi brevi, potremmo anche selezionarlo all’esterno della lista di chi aveva risposto alla manifestazione d’interesse”.
E intanto, un’interrogazione parlamentare al governo per fare chiarezza sulla gestione della Fondazione è stata presentata oggi all’Ars dal capogruppo di DiventeràBellissima, Alessandro Aricò: all’assessore al Turismo sono stati chiesti lumi sulla gestione del precedente Cda della Foss, sulla nomina dell’ex sovrintendente Giorgio Pace, sulla sua conferma anche dopo lo scioglimento del Consiglio, sulla situazione finanziaria dell’ente. “La Foss è un patrimonio culturale importante – dice Aricò – che va salvaguardato e rilanciato facendo luce su aspetti poco chiari avvenuti nell’ultimo periodo. Credo che anche in questo Cda ci sia un consigliere con un conflitto di interessi”.
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