Niente umorismi, né facili ironie. L’Arcipelago di Orlando è una cosa seria. Basta volerci credere. E per arrivarci c’è voluto un sacco di tempo. Il candidato presidente Micari arriva alla sede di Via Libertà, quella dei cambiamenti con la C maiuscola, per presentare la lista del’valore aggiunto’, quella che nelle intenzioni del sindaco di Palermo dovrebbe replicare nei territori il moltiplicatore di partecipazione che ha fatto la differenza, a suo dire, nel modello Palermo. Ci riuscirà? Il dubbio è fondato.
Orlando e Micari siedono accanto. Orlando riempie subito la scena e parla dello Statuto: “Calamità istituzionale. Così com’è va riformato. Senza dimenticare che non si applica la normativa su enti intermedi. Articolo unico di modifica statuto ecco cosa occorre. Mettere al bando il voto segreto che mortifica e “autorizza tutte le porcherie possibili”. Poi Orlando sposta la sua attenzione sull’emergenza alloggi. Prosegue in una carrellata che non risparmia:“i giovani che devono andare all’estero per tornare conoscendo il tedesco e l’inglese. Può valere per tutti”.
La Sicilia che volta pagina per Orlando assume d’incanto le sembianze di Micari: “Una garanzia rispetto a una somma di consensi. Il tempo della politica affidato alla moltiplicazione dei consensi è finito. Ai candidati chiederemo certificato penale e i carichi pendenti”.
Il sindaco di Palermo getta via la calcolatrice e alza il baricentro: “Accogliendo i migranti arrivano i turisti. Questo non significa chiudere gli occhi e affrontare i problemi”. Micari apre un varco nell’assolo di Orlando: “il vero valore aggiunto della mia presenza sta nel coinvolgere chi della gente ancora pensa che si possa cambiare velocità”.
Per il rettore palermitano bisogna parlare a chi non vuole andare a votare: “Diamo una visione una competenza con progettualità e gestione. Il nostro programma poggia sui temi di lavoro,diritto e territorio”.
Micari rispolvera la filosofia della Rete di Orlando: “Non bisogna avere paura a dirlo”. Il viaggio di Micari in Sicilia punta a risolvere le esigenze di semplificazione burocratica per le imprese. La sua è “una rivoluzione gentile”. Così la definisce e non nasconde la necessità di potenziare viabilità e infrastrutture: ” ‘ampliamento a cargo di Comiso va fatto subito. Cominciamo a esprimere progetti anche sui porti e sull’acqua pubblica. Facciamolo con spirito e civismo”
Il futuro che manca al nostro dialetto, dice Micari va ritrovato nei fatti: “mettiamo pragmatismo nelle cose”.
“Orlando già ha vinto”, scherza in siciliano invece il sindaco di Palermo che non accetta le critiche sul fatto che la campagna elettorale lo possa distogliere dall’amministrazione. Parlando della lista dei territori per cui ci sono a suo dire più richieste che posti Orlando profonde ottimismo a volontà, in atetsa che escano la liste da qui al sei ottobre.
Su Crocetta e la sua esperienza di governo invece Micari loda conti in regola e sanità ma ricorda la strada lunga sui temi dei precari e dei rifiuti.