Velocità è la parola d’ordine nel mondo delle transazioni commerciali. In un settore che fa della rapidità e dell’efficacia il proprio cavallo di battaglia, è quasi fisiologico che si preferiscano dei metodi di pagamento che siano d’ausilio nel raggiungimento di questi obiettivi.
Wallet digitali, carte di credito o prepagate e strumenti contactless sono ormai i mezzi più utilizzati per realizzare lo scambio di denaro. La loro diffusione cresce esponenzialmente da qualche anno a questa parte. Anche in Sicilia, secondo un report realizzato dall’Osservatorio Sumup, i pagamenti digitali nel 2023 sono aumentati del 14% rispetto all’anno precedente, ponendosi al di sopra anche di alcune regioni settentrionali, come il Friuli-Venezia Giulia.
Lasciare i contanti a casa, quindi, diventa sempre più facile anche nella nostra Isola. Le province in cui si è registrato l’incremento maggiore sono state Palermo (+20%), Catania e Messina (+15,8%). A seguire tutte le altre città: Ragusa (+15,5%), Siracusa (+11%), Trapani (+10,8%), Agrigento (+ 2%), Caltanissetta (+ 1,9%) ed Enna (+1,5%).
In tutte le province siciliane si è verificata una crescita più o meno ampia, contrariamente a quanto si potrebbe pensare a causa dell’innalzamento del tetto massimo al contante. Ciò che fa maggiormente sperare per il futuro, è che la cifra media dello scontrino va progressivamente abbassandosi. Ciò significa che commercianti e consumatori, preferiscono sempre più l’utilizzo della moneta virtuale anche per i piccoli acquisti.
In questa situazione, inoltre, è sempre più semplice la tracciabilità dei flussi di denaro, fornendo un assist per il contrasto all’evasione fiscale. Il contributo a questa crescita tecnologica viene fornito senza dubbio anche dalle giovani generazioni. I nativi digitali, infatti, più propensi all’utilizzo di homebanking e smartphone, si affacciano, oltre che alla maggiore età, anche alla possibilità di spendere le loro prime entrate economiche.
Non è un caso che secondo la Banca d’Italia ben il 90% dei giovani siciliani preferiscano i pagamenti digitali e posseggano almeno una carta o siano titolari di un conto corrente. Un decisivo impulso a questa espansione è stato dato anche dalla pandemia e dalla crescita del commercio online.
Il fenomeno, tuttavia, ha anche dei risvolti negativi, dal momento che sono decisamente aumentate negli ultimi anni anche le truffe digitali. Sono infatti in crescita gli episodi nei quali, attraverso e-mail o sms finalizzati al furto delle credenziali dell’utente, alcuni hacker cercano di introdursi nei sistemi di homebanking o tentano di clonare gli strumenti di pagamento digitali.
La Sicilia risulta essere una delle regioni italiane più colpite. Considerando soltanto il capoluogo palermitano, in base ai dati forniti da Abf, nell’anno 2022 sono stati presentati l’11% dei ricorsi arbitrali totali dell’intero territorio italiano per truffe bancarie.
I cosiddetti casi di “data breach” riguardano anche truffe telefoniche e app bancarie. Pure nell’Isola, infatti, si sono verificati alcuni casi in cui dei finti operatori del settore richiedessero ad ignari clienti i propri dati di pagamento per saldare fantomatici debiti relativi alle utenze telefoniche o alle bollette per i servizi essenziali quali luce e gas.
Insomma, oggi la Sicilia si sta finalmente aprendo con maggiore incisività alla digitalizzazione dei pagamenti, ma risulta anche essere particolarmente vulnerabile all’attività dei criminali informatici. Un’educazione tecnologica maggiore ed un consapevole utilizzo dei mezzi a disposizione devono essere l’imperativo per i prossimi anni, affinchè l’attuale trasformazione possa essere definitiva e maggiormente confortevole in termini di sicurezza.