Era attesa già da mesi, o per meglio dire da anni, la svolta e alla fine, alle porte di Natale, il sindaco di Catania Salvo Pogliese ha preannunciato che nella prima fase del 2021 si concretizzerà la rinascita di Palazzo di cemento a Librino, con la consegna delle chiavi delle abitazioni ad oltre 500 cittadini.
“Questa mattina – ha detto Pogliese -, accompagnato dall’assessore Enrico Trantino e dal capo di Gabinetto Giuseppe Ferraro, ho effettuato un sopralluogo al Palazzo di cemento di Librino per verificare l’avanzamento dei lavori di ristrutturazione dei 96 appartamenti che, tra poche settimane, saranno consegnati a famiglie catanesi in difficoltà abitativa raggiungendo così due importanti risultati: la restituzione alla Città di un’opera dall’alta valenza simbolica e il sorriso regalato a oltre 500 catanesi, di cui tantissimi bambini, nel difficile momento che tutti noi stiamo attraversando”.
Palazzo di cemento a Librino, con i suoi 52 metri di altezza adagiati su 16 piani, venne costruito nel lontano 1981, quasi 40 anni fa, dall’imprenditore Francesco Finocchiaro, che il giornalista Giuseppe Fava (ucciso dalla mafia), nel primo editoriale de I Siciliani, intitolato appunto “I quattro cavalieri dell’apocalisse mafiosa”, menzionò a suo tempo proprio come “uno dei quattro cavalieri dell’apocalisse mafiosa”.
Questo palazzo è stato a lungo simbolo del degrado e dell’abbandono, una centrale di spaccio di droga, una struttura controllata dai clan mafiosi che lo utilizzarono proprio come ricettacolo per lo smercio di sostanze stupefacenti e per traffici di armi. La prospettiva è adesso quello di diventare un simbolo di legalità e di ritorno alla normalità in una zona dormitorio della periferia sud-est del capoluogo etneo. Il finanziamento che ha consentito la realizzazione degli interventi concerne l’ex Gescal (Gestione case per i lavoratori).
La fase finale del 2020 ma soprattutto poi il 2021 dovrebbe rappresentare il momento che metterà un punto definitivo ad una storia infinita. Quando venne edificato questo complesso prevedeva i primi due piani per attività commerciali, il piano ammezzato e il primo piano per uffici, mentre i restanti dodici piani superiori per alloggi da assegnare con graduatoria pubblica. Nel 1984 i lavori si fermarono e parallelamente il cavaliere Finocchiaro venne rinviato a giudizio per vicende riguardanti concessioni di appalti.
Nel 1986 ci fu, quindi, una nuova gara d’appalto per il completamento dell’edificio aggiudicata ad una ditta di Agrigento ma a seguito delle relative verifiche i Vigili del fuoco negarono il nulla osta sul “certificato di prevenzione incendi”, ravvisando la necessità che venissero eseguiti dei costosi lavori di adeguamento dei comparti delle scale antincendio. Da quel momento la consegna dei lavori è rimasta una chimera e nel 1992 il palazzo venne occupato abusivamente da una quarantina di famiglie, sgomberate solo nella primavera 2011.
Le parole confortanti del sindaco Pogliese, con il sopralluogo di queste ore, danno linfa all’auspicio di quella svolta imminente che già lo scorso ottobre era stato fatto dall’assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici, Enrico Trantino, che aveva ipotizzato la consegna delle opere prima di Natale. Servirà ancora qualche settimana di tempo, ma in sostanza la prospettiva che si affaccia all’orizzonte è in linea con quella deadline.
La consegna delle case agli assegnati, che per altro hanno “vigilato” sull’avanzamento effettivo delle opere e sulla necessità del superamento di rinvii e ritardi, rappresenta un momento di speranza i un luogo dove vennero anche rinvenute armi e ordigni e dove si è dovuto anche affrontare e superare lo scoglio di ulteriori problematiche legate ai mancati pagamenti all’impresa e del reperimento delle somme per il completamento dell’edificio.