Da luogo squalificato a porta di ingresso per il turismo crocieristico. Il porto di Palermo si prepara ad abbracciare la città, a ricongiungersi con i palermitani. E lo fa inaugurando un’opera tra le più significative per la rinascita del porto: il cosiddetto molo trapezoidale, un intervento di rigenerazione urbana inserito nel piano industriale da un miliardo di euro varato nel 2018, a meno di anno dall’arrivo nel 2017 del presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale, Pasqualino Monti.
“Ci siamo subito messi a lavoro grazie a un investimento di quasi 600 milioni solo a Palermo per costruire il terminal per le crociere e per realizzare questa meravigliosa opera che stiamo inaugurando – ha detto Monti – L’opera, nel solco di un programma e di un percorso di riqualificazione, quindi di ricongiunzione del proprio porto con la città, permetterà di avere un ritorno economico, perché è sulle infrastrutture e sulle strutture ricettive che stiamo costruendo, che convinceremo diversi possibili partner industriali a investire. Un esempio su tutti è la società Sicily Gate, nata per gestire il Palermo Cruise Terminal, costituita da due tra i tre player più importanti al mondo per le crociere: MSC e Carnival corporation col marchio Costa – continua Monti – Quest’anno chiuderemo con circa 950.000 passeggeri. Ricordo a tutti che nel 2017 tutto il traffico in Sicilia era di quasi un milione di passeggeri”.
Ma andiamo al molo trapezoidale, uno spazio rigenerato che si sviluppa su 45 mila metri quadrati di superficie, con tre ristoranti a bordo acqua, 14 approdi per megayacht e un convention center con al piano superiore un teatro all’aperto che può ospitare spettacoli fino a 300 invitati, un ristorante.
“Il porto di Palermo ha un sito monumentale che noi abbiamo inserito nel portale percorso Unesco e che oggi è un luogo meraviglioso che potrà essere visitato. Dove prima c’era un ristorante e un parcheggio, oggi raccontiamo la storia di ciò che è il vecchio castello a mare, il castello che nel ‘500 si affacciava sul mare. Per rappresentare il mare – continua Monti – abbiamo realizzato un laghetto di 8500 metri quadrati riportando alla luce le antiche mura del castello e riqualificato un’area per la vendita dell’eccellenza enogastronomica siciliana gestito, per i prossimo trent’anni, da 43 brand dell’enogastronomia siciliana. Infine, condurremo i turisti nel museo virtuale che racconterà la storia di questi luoghi”.
“La blue economy è una grande catena logistica. Quando abbiamo parlato con il mercato, non abbiamo venduto alle compagnie da crociera solo ed esclusivamente gli spazi, il porto dragato con le infrastrutture, il meraviglioso terminal che si sviluppa su 7500 metri quadrati. No, noi abbiamo raccontato che a Palermo c’è un bacino dove potevano fare le riparazioni e le trasformazioni delle loro navi, dove si potevano legare a noi, e alla nostra nostra nostra realtà portuale, con una concessione demaniale per trent’anni, anche garantendo al bacino magari la costruzione di una delle tante navi che in futuro MSC e Carnival dovranno realizzare dal loro portafoglio ordini”.