Questo asilo non s’ha da fare. Non è purtroppo una novella del Manzoni, ma la triste realtà che colpisce il quartiere Sperone, alla periferia di Palermo. Qui, il cantiere per la costruzione di un asilo nido è fermo da mesi per continui atti di vandalismo e per delle supposte estorsioni ai danni dei titolari della ditta responsabile dei lavori.
Gli operai, che hanno iniziato a posare le fondamenta nell’estate del 2024, hanno avuto il tempo per costruire soltanto la struttura di base e i pilastri portanti. Poi, i primi saccheggi, il vandalismo, persino le videocamere di sorveglianza sono state strappate e portate via. Una situazione che ha portato i titolari dell’impresa edile a sporgere denuncia e ad appellarsi al sindaco della città Roberto Lagalla, per poter lavorare nelle giuste condizioni di sicurezza. Le indagini sono in corso per poter far ripartire al più presto i lavori, finanziati con 762.000 euro provenienti dai fondi del Pnrr, che da contratto dovrebbero concludersi entro febbraio del 2026. Non solo danni materiali e morali, ma anche ingenti perdite economiche per l’azienda edile, rimasta bloccata nonostante gli impegni presi e le scadenze da rispettare.
La zona in cui sorge il cantiere, in via XXVII Maggio, ha una lunga e travagliata storia. I primi progetti per l’edificazione di una scuola furono ideati nel lontano 1977. Poi, l’edificio fu abbandonato, occupato, poi irrimediabilmente danneggiato da un incendio nel 2014. Successivamente, ciò che rimaneva della costruzione fu demolito, e la zona divenne un monumento al degrado e l’ennesima piazza di spaccio di periferia. Contemporaneamente, però, nacque un’altra iniziativa: il progetto “Lab Sperone Children”, promosso dall’Ordine degli Architetti di Palermo e dal Comune, come tentativo di riscatto urbano e sociale.
Le prime risposte sono arrivate dal quartiere stesso, dove circa tremila bambini potrebbero usufruire di un servizio fondamentale per le famiglie. Flash mob – come quello organizzato dal collettivo “Le Rosalie Ribelli” – e proteste hanno cercato di portare il caso sotto i riflettori istituzionali.
In un quartiere già complicato, dove la criminalità organizzata opera alla luce del sole, la scuola rappresenta un presidio di speranza e legalità: un esempio su tutti è l’esperienza dell’Istituto Comprensivo Sperone-Pertini, che rappresenta una via d’uscita per molti ragazzi e ragazze che vivono quotidianamente tra il degrado e la delinquenza.