Le pietre scagliate contro un’auto della Polizia Municipale a Palermo impegnata in controlli ci dicono due cose: la prima è che Palermo è una città che ha un grossissimo problema con il rispetto delle regole la seconda è che finalmente a Palermo c’è un Comandante che fa il suo unico e indispensabile lavoro e cioè quello di imporre il rispetto di questo regole.
Non è un elogio dell’uomo forte questo, è una critica ad una città arrogante in ogni suo angolo, dove illegalità e maleducazione sono così diffuse che sembrano la normalità. Una normalità a cui non ci si può abituare, che non può più essere tollerata e a cui è possibile rispondere solo con la repressione di questi comportamenti. Siamo così avviliti e scoraggiati dalla violenza, dall’ignoranza e dalla inciviltà che applaudiremmo anche noi come nella celebre scelta di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto ad un dirigente di Pubblica sicurezza che con l’inconfondibile voce di Gian Maria Volontè gridasse: La repressione è il nostro vaccino! Repressione è civiltà!
La verità è che i palermitani sono giunti a livelli di insolenza così grandi che non c’è altra risposta che il pugno duro. Chi scrive, non è di destra e ha sempre creduto nel valore della prevenzione e dell’educazione ma oggettivamente credo che quel tempo sia passato e finito già da un pezzo. Non abbiamo fatto prevenzione ed educato e ora la situazione è sfuggita di mano non solo nelle periferie ma anche in quelle zone della Palermo bene a dimostrazione che l’inciviltà si è propagata a macchia d’olio è che la vera periferia è nella testa delle persone.
E allora ben vengano le scelte del tenente colonnello Angelo Colucciello, il carabiniere napoletano che si è messo alla testa del manipolo di vigili urbani palermitani di cui fino a poco tempo fa non si vedeva neanche l’ombra per strada. Ben vengano i controlli, i blitz e i controlli capillari del territorio. C’è finalmente un Comandante a Palermo, un uomo e un militare che non fa passerelle, cocktail e non intrallazza con i potenti. Palermo ne aveva disperatamente bisogno.
Il Comandante Colucciello probabilmente è una delle scelte amministrative più lungimiranti del sindaco Roberto Lagalla
ma il Primo cittadino avrà l’arduo compito di difendere il Comandante della Polizia Municipale dagli inevitabili malumori, dalle chiacchiere e dalle fatwe che si leveranno dalla città e che solleciteranno la politica locale per fare una “calmata” al Comandate Colucciello.
D’altronde un atteggiamento di questo tipo non sarebbe una novità, non voglio certo evocare le vicende di personaggi come Cesare Mori o Carlo Alberto dalla Chiesa ma non posso negare che un certo timore di vedere ostacolato il lavoro del Comandante Colucciello c’è e non riguarda probabilmente le organizzazioni criminali ma questa innaturale intolleranza alle regole e alla legalità che attanaglia Palermo e che può rendere la vita difficile al Comandante e ai suoi uomini.
Tutti però ci auguriamo che nessuno si faccia scoraggiare, nemmeno dalle pietre che come ha ben detto il Comandate della Polizia Municipale “sono una medaglia al merito“.