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Palermo, dal Festino di Santa Rosalia il cambio di passo per la città CLICCA PER IL VIDEO

venerdì 1 Luglio 2022

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Si respira un’altra aria a Palermo in vista del 398° Festino di Santa Rosalia, ma attenzione: sarà un festino “pieno di imperfezioni”.

Oggi, primo luglio 2022, è stato presentato il programma della manifestazione più attesa dai palermitani e turisti al Palazzo Arcivescovile.

Tante le aspettative per questa edizione che segna, non solo una riapertura dopo due anni di Covid, ma anche un cambio di guardia dallo storico sindaco di Palermo Leoluca Orlando a Roberto Lagalla.

IL CAMBIAMENTO

Senza illusioni e fronzoli, subito è stato evidenziato il poco tempo per l’organizzazione, i pochi fondi ma il festino si fa grazie alla partecipazione corale di istituzioni e di tutti gli enti culturali della città che parteciperanno al “Canto contro la peste“, per scacciare tutto quello che è tossico per Palermo.

Tutto in previsione della 400esima edizione che si svolgerà nel 2024.

Infatti, in neosindaco ha evidenziato che “Il canto contro la peste è per il superamento della pandemia, ma anche del dramma sociale, delle difficoltà economiche e strutturali della città. Vogliamo riconquistare gioiosamente una nostra comune identità e quel ruolo di traino che deve saper esercitare nei confronti di una dimensione regionale, nazionale e internazionale ma, prima di tutto deve avere cura di se stessa e soprattutto delle sue fragilità“.

“Stiamo lavorando per giungere con giudizio, nel tempo che sarà necessario, a liberare la spesa di questa città e di questo Comune. I rapporti romani sono a buon livello, ma è chiaro che occorre la maturazione del tempo necessario per arrivare alla legge di stabilità dello stato”, aggiunge.

“Non potevamo ignorare l’appello del sindaco Roberto Lagalla di una collaborazione fattiva tra istituzioni per non privare la città della sua festa più importante con un grande contributo”. A dichiararlo l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Alberto Samoná.

“Questo dà il senso di un’amministrazione comunale che parte col piede giusto collaborando con tutte le istituzioni pubbliche e private. Non facendo differenze e guardando al futuro della città“, conclude.

Tra queste istituzioni non poteva mancare la Fondazione Federico II.

Abbiamo avuto segnalato un minimo di problemi sia dal punto di vista economico che altro e abbiamo dato tutta la nostra disponibilità”, dice Gianfranco Miccichè, presidente della Fondazione Federico II.

Ci impegneremo, al di là del fatto economico, anche materialmente alla realizzazione del Festino. Chiunque, se sa che c’è la Fondazione di mezzo, sta più tranquillo“, sottolinea.

IL CANTO

“E’ una festa nel segno del Canto di liberazione perché Palermo ha bisogno ancora di liberazione” evidenzia Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo Metropolita di Palermo.

Il Prof. Maurizio Carta, Coordinatore Comitato artistico istituzionale, ha aperto dicendo che “È un festino in divenire”.

Sappiamo che è il festino della ripartenza, della rinascita della speranza e della compartecipazione con un canto contro tutte le pestilenze. Nove orchestre e una preghiera che si sintonizzano fra loro. Il Festino è la città che si fa teatro e i gesti che si fanno teatralità. Questo è lo spirito originale dell’evento”, aggiunge.

QUINDI “VIVA PALERMO E SANTA ROSALIA!”

Ma “L‘invocazione tradizionalmente ripetuta dal sindaco per tre volte, ogni anno coinvolgerà altri due soggetti. Perché la città non è del sindaco ma di tutti noi. In cinque anni rappresenteremo dieci categorie. Quest’anno inizieremo con due operatori che si sono impegnati contro la pandemia”, conclude Lagalla.

 

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