“Subito dopo la pandemia la mafia ha ripreso in maniera decisa il controllo delle piazze e dell’intera filiera dello spaccio. Un’attività assolutamente centrale e probabilmente, in questa fase, la più importante di Cosa nostra che si caratterizza per una capacita’ di adattamento, quasi di resilienza, nel recuperare rapidamente lo spazio perduto”. Così Giuseppe Forlani, prefetto di Palermo, nel corso di una video-conferenza per esaminare il problema della tossicodipendenza in occasione della “Giornata internazionale contro il consumo e il traffico illecito di droghe“.
Un’attività che non conosce soste, come confermano alcuni dei dati emersi sullo stato del fenomeno a livello regionale e provinciale. Nel 2020, infatti, complessivamente sono stati portati a termine 1705 interventi antidroga in Sicilia e denunciate 2931 persone mentre i quantitativi di sostanze stupefacenti sequestrati sono leggermente diminuiti rispetto agli anni precedenti: poco meno del 4 per cento di tutta la cocaina confiscata a livello nazionale, l’1 per cento di eroina, il 7 per cento di hashish. Rispetto al 2019, tuttavia, si rileva un incremento della presenza di cocaina, una tendenza in linea con il resto del Paese, mentre cresce la diffusione delle sostanze sintetiche: “I quantitativi sono importanti – aggiunge il prefetto – un dato che spiega in parte il collegamento che può esserci tra le manifestazioni violente e l’abuso di cocaina che possono accentuare queste reazioni”. Massima attenzione sulla diffusione del crack come droga di più facile reperimento.
“Durante la pandemia si sono diffuse nuove modalità di acquisto via internet che ne hanno agevolato il consumo – conclude il prefetto Forlani – e parallelamente l’abbassamento dell’età dei consumatori, una conferma di un tendenza che si registrava da un po’. Quando un ragazzino di 12 anni si fa di crack è inaccettabile, così come il suo coinvolgimento da parte della sua stessa famiglia per l’attività di spaccio”.