GUARDA IL VIDEO IN ALTO
“Siamo dispiaciuti e delusi, abbiamo lavorato un anno in una stagione difficile. Non siamo riusciti ad andare in Serie A direttamente ma siamo arrivato terzi e ce lo hanno rubato. Lo scorso anno i play-off sono stati rinviati 10 giorni per il Bari. Ora dicono che a giugno i nazionali vanno via, ma anche lo scorso anno abbiamo giocato spesso senza i nazonali”. Lo ha dichiarato il capitano del Palermo Ilija Nestorovski in conferenza stampa con tutta la squadra dopo le decisioni del Tfn di retrocedere il club rosanero in Serie C.
Già ieri sera il direttore sportivo del Palermo Rino Foschi al termine dell’incontro avuto con i giocatori rosanero a Boccadifalco aveva parlato di morale a terra: “Si sentono come se fossero finiti sotto un treno loro e l’allenatore Delio Rossi hanno il morale a terra. Ma voglio pensare positivo. Sono convinto che nel palazzo ci siano ancora persone serie nonostante qualcuno abbia avuto la fretta di fare un processo che non c’era l’esigenza di fare in questo modo”.
Ieri il ds ha chiamato al telefono Salvatore Tuttolomondo: “L’ho messo in vivavoce per fare ascoltare le sue parole dai ragazzi. Ha dato rassicurazioni per quello che può succedere sia nel caso di evoluzioni positive che negative di tutta questa vicenda. E ha informato la squadra sul lavoro che stanno portando avanti. Abbiamo già pagato per errori commessi dal signor Zamparini. Abbiamo fatto un gran campionato e non riesco a capire perché un consiglio direttivo della Lega si permetta di prendere una decisione del genere”.
Il sindaco Leoluca Orlando ha ribadito che “come città di Palermo abbiamo detto con molta forza che siamo accanto a chi proporrà ricorso contro questa decisione del Tribunale nazionale federale della Figc, convinti come siamo che sia ingiusto ci sia una penalizzazione della città per responsabilità che non sono né della città, né della tifoseria – ha aggiunto Orlando – C’è qualcosa che non funziona nel mondo del calcio: laddove questa storia finisca male, e io mi auguro non sia così, sarà l’inizio perché si apra da Palermo una vertenza nazionale su questa vergognosa consegna, interessi speculativi e a volte privati su uno sport nazionale come il calcio”.
“Non vogliamo giudicare il lavoro della Procura e non vogliamo alibi, anche noi durante l’anno abbiamo commesso degli errori, ma il diritto di fare i play-off ce lo siamo guadagnati sul campo“. Lo ha detto il portiere del Palermo Alberto Pomini, in occasione della conferenza stampa della squadra dopo la decisione del Tfn. “Non vogliamo nasconderci dietro questa cosa per non prenderci responsabilità – continua – Supporto Aic? Ci stanno dando una mano per capire cosa possiamo fare, noi a livello legale ovviamente non possiamo far nulla. Questa è una forzatura che non ha precedenti. Il Consiglio della Lega di B ha deciso una cosa che non aveva senso. Perché il Perugia può giocare i play-off e il Foggia non i play-out? È chiaro che questo è conflitto di interessi. Accanimento verso il Palermo? No, credo solo che ci sia stata una forzatura che non ha precedenti e che in questo momento non c’entrava nulla, ti porta solo a pensare male”.
LA NOTA UFFICIALE DEL CLUB:
“Come protagonisti principali quali siamo – si legge sulla nota della squadra – non riusciamo a trovare alcuna giustificazione per il comportamento del Consiglio Direttivo della Lega B che, alla presenza di componenti in potenziale conflitto di interessi e senza un criterio oggettivo o una potestà normativa, decide di prendere una decisione che stravolge le regole a campionato ormai concluso. Ci chiediamo: su quali basi si è deciso di far disputare i play off, quando è stato emesso solo un primo grado di giudizio? Con che criterio i nostri colleghi del Foggia Calcio hanno perso il diritto a disputare i play out?”.
“Rivendichiamo come calciatori del Palermo – prosegue il comunicato – il diritto di poterci guadagnare sul campo la vittoria attendendo, quantomeno, la pronuncia della Corte d’Appello Federale. A quel punto accetteremo il verdetto qualunque esso sia. Ma fino ad allora faremo sentire in ogni sede opportuna e possibile la nostra voce perché siamo stati depredati della nostra dignità. Ci hanno tolto il diritto di sudare per un traguardo. Ci facciamo rappresentanti di una città ferita, di persone che hanno voglia di urlare che, in uno Stato di diritto, così non funziona, che non si possono calpestare i diritti con un colpo di penna deciso in potenziale conflitto di interessi. Continueremo la nostra lotta fino a quando ci sarà possibile accompagnati dall’AIC, con l’intenzione di far valere e tutelare i nostri diritti”