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Palermo, inaugurato l’anno giudiziario. Frasca: “Magistratura intervenga su questione morale”

sabato 1 Febbraio 2020
Consiglio_Superiore_della_Magistratura

Si è svolta, nell’aula magna della corte d’appello di Palermo, la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Ad aprirla è stato il presidente della corte d’appello del capoluogo siciliano Matteo Frasca, che ha illustrato la sua relazione sullo stato della giustizia nel distretto.

In rappresentanza del ministro della Giustizia partecipa il capo del Dap Francesco Basentini, mentre per il Csm è presente l’ex pm di Palermo Nino Di Matteo.

Alla cerimonia assistono le massime autorità giudiziarie, come il procuratore generale Roberto Scarpinato, il procuratore della repubblica Francesco Lo Voi. Presenti in aula i vertici delle forze dell’ordine, il sindaco e il prefetto di Palermo.

LE VOCI DEI PROTAGONISTI

MATTEO FRASCA

Il presidente della corte d’appello di Palermo, Matteo Frasca, ha stilato il bilancio dell’anno appena trascorso.

Lentamente e con fatica, tra diverse contraddizioni ma al tempo stesso con determinazione, la Magistratura italiana, anche in nome della sua storia gloriosa che l’ha vista sempre impegnata per la tutela dei diritti e per il controllo di legalità, si sta prodigando per uscire dalla tempesta che l’ha investita e che ha riproposto con durezza l’esistenza e l’attualità della questione morale dalla quale per tanto tempo aveva creduto di essere immune, forse per un’aristocratica presunzione o forse anche perché un diffuso sentire ha ritenuto la Magistratura destinataria del compito di realizzare la pulizia morale della società“.

Una tempesta senza precedenti – riconosce – che ha posto in discussione il ruolo e la credibilità dello stesso organo di governo autonomo della Magistratura che pero’, con alto senso istituzionale e nutrendosi del pluralismo ideale che alimenta la crescita della democrazia, sta mostrando di impegnarsi per superare il difficilissimo momento che attraversa“.

E’ innegabile – ammette – l’incidenza negativa cagionata dalle vicende dello scorso anno sulla fiducia nella Magistratura che e’ fortemente diminuita toccando livelli bassi mai raggiunti in precedenza e che e’ invece indispensabile recuperare per l’esercizio efficace della giurisdizione. Cosi’ come e’ altrettanto insoddisfacente il grado di percezione da parte dei cittadini e da parte delle imprese dell’indipendenza della Magistratura che secondo le rilevazioni dell’Eurobarometro vedono il nostro Paese agli ultimi posti tra gli Stati europei“.

NINO DI MATTEO

Nino Di Matteo, ex pm di Palermo, è intervenuto sulla necessità di una svolta all’interno del Csm.

Il Consiglio Superiore della Magistratura deve voltare pagina. Quel che è venuto alla luce dall’inchiesta di Perugia deve indignarci, ma non può sorprenderci perché è la fotografia nitida di una patologia grave che si è diffusa come un cancro e che ha portato allo strapotere delle correnti e al collateralismo con la politica, logiche che hanno allontanato l’organo di autogoverno dagli scopi per cui la Costituzione lo aveva previsto“.

Nel suo intervento, Di Matteo ha puntato il dito contro i “magistrati impegnati in una folle corsa verso incarichi direttivi ” e contro “correnti che da ossatura della democrazia sono diventate ambiziose articolazioni di potere“.

Quanto venuto alla luce con l’inchiesta di Perugia, secondo l’ex pm, ha generato “un generale discredito nei confronti della magistratura“, ma “è anche l’occasione per ripartire prima che altri cambino le regole comprimendo valori come quello dell’indipendenza“. Ma per voltare pagina, secondo il magistrato, non bastano nuove norme, ma serve “una svolta etica individuale e di corpo“.

MARIA GRAZIA VAGLIASINDI

Tanti gli intervenuti all’inaugurazione, fra cui il presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta Maria Grazia Vagliasindi.

La storia giudiziaria di Caltanissetta narra di processi su tante morti eroiche di servitori dello Stato legate da un comune filo rosso. Morti confermative del tentativo della mafia di accreditarsi come contropotere dello Stato capace di eliminare tutti gli ostacoli che si frappongono ad un’espansione mirata all’infiltrazione negli apparati istituzionali, oggi, anche attraverso il torbido connubio corruzione e criminalità organizzata“.

È una lunga scia di sangue quella che ha impegnato la giurisdizione nissena – ha aggiunto – ed è qui a Caltanissetta che è stato celebrato il primo processo Chinnici e i processi sulle stragi Falcone e Borsellino. Questa è storia giudiziaria e di tale storia è per competenza processuale intrisa la giurisdizione nissena che, già per tale profilo, è legittimata a pretendere un aumento di organico, un sostegno più efficace sotto il profilo delle risorse amministrative, un’investigazione che si possa avvalere dei più sofisticati strumenti“.

Stidda e Cosa nostra (quest’ultima suddivisa nei mandamenti di Mussomeli, Vallelunga Pratameno, Gela e Riesi) continuano a rispettare un subdolo patto di non belligeranza in un’ottica di cointeressenze illecite comuni, attuate imponendo estorsioni, sfruttando i profitti dell’usura e del traffico degli stupefacenti e accaparrandosi i settori di mercato più redditizi attraverso l’affidamento di appalti e subappalti“.

MICHELE GALLUCCIO

Michele Galluccio, presidente della Corte di appello di Messina, ha parlato della riduzione degli organici dell’area peloritana.

Gli organici dei tribunali di Messina, Barcellona P.G. e Patti sono stati complessivamente ridotti di 5 unità, in conseguenza della enunciata scelta di politica giudiziaria, di rafforzare le aree del Nord ed in particolare del Nord-est“.

Il distretto di Messina – ha aggiunto Galluccio – è stato quello più penalizzato tra tutti i distretti d’Itali. La sottrazione di risorse al sud, economicamente depresso, per sopperire alle esigenze di sviluppo del nord, ha significato nei fatti e al di la delle contrarie enunciazioni, la mancanza di interesse a promuovere, attraverso una giustizia efficiente, lo sviluppo del Meridione, accentuando, invece di rimuoverlo, il divario tra le diverse parti del paese“.

E’ in aumento la sopravvenienza di procedimenti per reati contro la pubblica amministrazione quali peculato, malversazione, corruzione e concussione. In diminuzione di quasi il 50% i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso (anche finalizzata alle estorsioni, allo spaccio di sostanze stupefacenti, all’usura) e in aumento, invece, quelli di associazione a delinquere“.

FRANCESCO LO VOI

Vuoti di organico evidenziata anche dal procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi.

Mancano 18 pm su 61, il vuoto di organico dunque è del il 30%. Ciò vuol dire che 7 sostituti devono fare il lavoro di 10. Auspico l’intervento del CSM per ottenere una copertura ragionevole dei posti. Tra il personale amministrativo poi c’è una scopertura del 25%“.

Nonostante le carenze di organico, le prescrizioni verificatesi nel corso delle indagini preliminari a Palermo sono state, in rapporto ai procedimenti definiti, dell’1,05% nel 2017, dello 0,8 nel 2018 e del 2% nel 2019. E riguardano tutti reati cosiddetti minori“.

 

 

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