A tre mesi dall’avvio del campionato, in casa Palermo è ancora tutto in discussione. A poche ore dal fischio d’inizio del tredicesimo turno, che vedrà il club di viale del Fante impegnato allo Stirpe contro il Frosinone, un aspetto balza sicuramente agli occhi: a breve distanza dal giro di boa la stagione non è ancora decollata.
Se la qualità non manca e il lavoro in allenamento lascia ben sperare, cosa manca allora al Palermo? E’ questo il quesito che risuona ormai da settimane senza un’adeguata risposta. Nell’ostica trasferta ciociara i rosanero punteranno al sesto risultato utile consecutivo lontano dalle mura del Barbera, ma la posta in gioco, in realtà, è molto più alta. La mancanza di una continuità nei risultati pesa come un macigno per i siciliani, che non sono ancora riusciti a trovare una quadra su tanti aspetti cruciali e fondamentali per scalare la classifica: inanellare vittorie e migliorare la percentuale realizzativa.
La delusione è tanta. L’avvio in salita non ha soddisfatto Dionisi, seduto sul magro bottino di sedici punti, sulla sottile soglia dell’ottavo posto valido dei playoff, a nove punti dal secondo posto e a undici dal primo. Una lunga rincorsa che dovrà necessariamente avvenire a Frosinone, prima che possa scappare anche l’ultimo treno, l’ultima luce di speranza per intrufolarsi all’interno della serrata lotta alla promozione diretta.
Ancor prima della compagine di Greco, il Palermo dovrà vedersela contro i propri “demoni”. I gialloazzurri, retrocessi dalla serie A e attualmente nei più profondi bassifondi, hanno vissuto un inizio complesso, ma i tre pareggi con Pisa, Sudtirol e Catanzaro, dall’approdo del nuovo tecnico sembrano aver tracciato una nuova strada. Alle statistiche in crescita degli avversari si aggiunge l’annoverata difficoltà dei rosa contro le squadre che stanziano nei piani bassi della classifica, match nei quali i rosa hanno visto sfumare via preziosi punti in vista dell’esito finale del campionato.
Le statistiche, al contrario, nelle ultime uscite non hanno sorriso ai ragazzi di Dionisi. Se è vero che al momento il club di viale del Fante possiede la terza miglior difesa, nonostante le percezioni esterne contrarie e avverse rivolte nei confronti della retroguardia, l’attacco resta una nota dolente. A oggi sono “solo” dodici le reti messe a segno e gli ultimi due turni, contro Mantova e Cittadella, sono stati segnati da una sterilità in fase realizzativa condizionata da eccessivi individualismi e poco cinismo negli ultimi venti metri. Numeri e riflessioni che non riguardano più i singoli, ma l’intero organico, sempre meno convinto e consapevole dei propri mezzi e delle proprie potenzialità.
Allo Stirpe si cercherà così una nuova chiave di lettura, l’ennesima, prima di sopraggiungere alla sosta per le Nazionali.