Paradossi siciliani: il boss Settimo Mineo, arrestato nell’ambito dell’operazione Cupola 2.0 con l’accusa di essere l’erede di Totò Riina e di guidare la nuova commissione provinciale di Cosa nostra, faceva il doposcuola ai bambini di Ballarò, nella parrocchia di un sacerdote antimafia, don Cosimo Scordato.
“Sembrava avesse davvero cambiato vita”, dice a ‘Repubblica’ il prete: “Fino a un anno e mezzo fa, faceva volontariato dal lunedì al venerdì, dalle 15.30 alle 17.30. Ogni domenica lo vedevo anche a messa, assieme alla moglie. La messa in cui io ribadisco: Signore liberaci da ogni male, da tutte le mafie” e che “andare a messa è incompatibile con l’appartenenza a Cosa nostra”, come ribadito da Papa Francesco lo scorso 15 settembre a Palermo.
Il padrino faceva dunque volontariato a Ballarò probabilmente allo scopo di provare ai servizi sociali cui era stato affidato, che aveva realmente cambiato vita. Uno dei tanti doppi volti della mafia e del boss-gioielliere di 80 anni, capomandamento di Pagliarelli.