E’ stato presentato ai Giardini del Massimo di Palermo il libro “Mafia senza onore”, scritto da Elio Sanfilippo e Maurizio Scaglione. Un lungo viaggio dal 1945 ad oggi, quello ripercorso dagli autori, per cercare di ricostruire la storia di Cosa nostra e sfatare alcuni falsi miti di cui si è ingiustamente appropriata.
All’evento sono intervenuti il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, il Presidente della Commissione Regionale Antimafia, Antonello Cracolici e il Sovrintendente del Teatro Massimo, Marco Betta. A moderare l’incontro è stato il giornalista de La Sicilia Giuseppe Bianca.
I proventi del libro sono destinati ad attrezzature sanitarie per i bambini ospitati dalla Missione Speranza e Carità di Biagio Conte.
Obiettivo del libro è quello di cancellare la grande impostura secondo cui la mafia rispettasse un proprio codice d’onore che risparmiasse donne e bambini. “Abbiamo concentrato la nostra attenzione su donne e bambini come manifestazione e conferma della crudeltà di Cosa nostra, che non si è famata davanti a nulla pur di raggiungere i propri obiettivi criminali“. Ha dichiarato l’autore Elio Sanfilippo. “Il messaggio del libro – aggiunge – è quello che non esiste una mafia buona ma solo una mafia cattiva, che è solo criminalità e va sconfitta“.
Negli anni è stata attribuita la parola “onore” al mondo mafioso. Ciò ha permesso che nell’immaginario collettivo potesse diffondersi l’idea dell’esistenza di un codice morale, ma così non è. “La parola onore è molto importante e loro se ne sono appropriati indebitamente. Non hanno nulla di onore, è soltanto comune delinquenza. Ancora tante volte si parla del famoso “teorema Buscetta”, che c’è una mafia buona e una mafia cattiva, gente d’onore e delinquenti. Usciamo da questo schema: non c’è gente che ha onore nell’uccidere tanti bambini e nel delinquere in maniera così cruenta. La parola onere è deve essere meritata quotidianamente“. Ha sottolineato l’autore Maurizio Scaglione.
“La mafia subisce colpi ma non è sconfitta, la lotta è ancora aperta. Dobbiamo colpirli, oltre che sul terreno giudiziario e patrimoniale, anche su un punto per loro essenziale: la loro reputazione“. A dirlo è stato il Presidente Antonello Cracolici. “La mafia in questi anni ha convinto i siciliani che fossero uomini d’onore. E’ un lessico diventato comune ma in realtà sono uomini che hanno tradito l’onore della Sicilia. E’ una battaglia culturale per ricostruire l’identità della Sicilia. Gli uomini d’onore sono quelli che combattono la mafia“.
“Negli anni la parola mafia è stata una forma diversa per intendere Sicilia o Palermo. Oggi grazie al sacrificio di tanti la città è ricciuta ad allontanare questo pregiudizio. Ciò non significa che non vi sia il rischio di essere ancora una volta oggetto di infiltrazione mafiosa nei luoghi più diversi e impensabili, ma è pur sempre vero che la consapevolezza della società è diversa rispetto al passato“. Ha dichiarato il sindaco Roberto Lagalla.
Tra gli interventi anche quello del Sovrintendente del Teatro Massimo, Marco Betta: “Il libro ha la grande importanza di accogliere al proprio interno una riflessione su come combattere e debellare la cultura mafiosa, che continua ad orientare i pensieri di persone che mafiose non sono. Questo è il primo punto di partenza. Il merito di questo è quello di ristabilire una verità profonda all’interno di quello che è una mentalità che adesso si va sempre più perdendo“.
