“Palermo Capitale delle incompiute“. Sui social network scherzano così molti cittadini palermitani, che hanno visto nel corse degli ultimi due decenni un lungo elenco di opere rimaste sulla carta, per vari motivi: rescissioni contrattuali, presunte infiltrazioni mafiose, battaglie giudiziarie e lungaggini burocratiche hanno minato il disegno della città in mutamento. Col risultato che una delle “piaghe di Palemmo”, citando il saggio Johnny stecchino, resta ancora il traffico.
Oggi ilSicilia.it esamina alcune grandi opere attese da anni, insieme all’assessore alle Infrastrutture Emilio Arcuri.
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SOTTOPASSO VIA PERPIGNANO
Di recente ha fatto discutere il presunto addio al progetto del Sottopasso di via Perpignano, opera naufragata miseramente a causa di un contenzioso che si trascina da 10 anni con la ditta Cariboni (QUI LA SENTENZA). La stessa che avrebbe dovuto eseguire i lavori di raddoppio del Ponte Corleone e completare il Collettore fognario Sud Orientale.
Come stanno le cose oggi? Arcuri spiega che «il progetto degli svincoli di via Perpignano non è stato abbandonato. È cofinanziato dal Patto per Palermo e al momento siamo in attesa del visto per poter materialmente pubblicare il bando per la progettazione. Il bando comunque è già pronto».
C’è il rischio di perdere i fondi, visto che i soldi vanno impegnati entro il 31 dicembre 2019? «No – sostiene l’ex vicesindaco – si vocifera che possa arrivare una proroga al Patto per lo sviluppo della città di Palermo al 2020, o addirittura al 2021. Noi comunque ci stiamo muovendo, così come per il bando dei nuovi tram, per la scadenza del 31 dicembre 2019».
SVINCOLI DI BRANCACCIO
È una storia kafkiana, incredibile su tutti i fronti (QUI il resoconto). Noi per primi ne abbiamo raccontato le anomalie e i nuovi sviluppi, ripresi anche da Striscia la Notizia. L’assessore Arcuri dice che «Il contenzioso con la ditta che ha realizzato il Forum (la Multi Veste Italy 4 srl) si è concluso con un accordo che prevede lo scomputo di alcune opere di urbanizzazione e la realizzazione dei due svincoli lato mare. Serve ora un intervento diretto del Suap, perché è sì un’opera pubblica, ma legata alla realizzazione di un intervento privato. Il Suap sta predisponendo la proposta di deliberazione che sarà inoltrata all’esame del Consiglio comunale. Questo sbloccherà definitivamente l’intervento».
CITTADELLA DELLA POLIZIA A BOCCADIFALCO
Sembra incredibile ma è tutto vero: prima sono stati spesi 30 milioni di euro per l’edificio e poi non lo si può aprire perché manca la strada e le opere accessorie di urbanizzazione (fognature, acque bianche e nere, ecc…). «A Palermo purtroppo questa è la normalità – commenta amareggiato Arcuri – senza queste opere non possiamo rilasciare l’agibilità. Serve l’intervento del Provveditorato Opere Pubbliche».
Manca infatti una strada di collegamento (tra via Pitrè e viale Leonardo da Vinci) che, in verità, non è stata neanche progettata. Ecco perché la telefonata del sindaco Orlando al prefetto (lo scorso 9 dicembre 2017) assume un significato notevole. Si ha il senso dell’assurdo: una città al contrario. “È un’immobile, ad oggi, inutilizzabile”, chiosa Arcuri.
NUOVA SEDE VIGILI URBANI IN VIA UGO LA MALFA
Un trasferimento di cui si parla da almeno un lustro. «Sono stati eseguiti poderosi lavori per poter adeguare l’immobile a caserma dei vigili urbani – dice Arcuri – sono stati adeguati gli impianti e realizzati ambienti specifici come la cella di detenzione e l’armeria, entrambi con requisiti particolari per la resistenza a eventuali deflagrazioni. A seguito del nulla osta rilasciato dai vigili del fuoco, sono in corso i lavori per l’adeguamento dell’immobile per ottenere il certificato di prevenzione incendi. È stata già espletata la gara per la realizzazione della scala di sicurezza in acciaio e a breve si darà inizio ai lavori».
Il trasferimento da via Dogali all’ex palazzo Telecom (immobile confiscato all’Immobiliare Strasburgo) di via La Malfa permetterà un risparmio notevole negli affitti sborsati dal Comune. Saranno trasferiti lì pure l’Autoparco (attualmente in via degli Emiri) e l’ufficio Tributi (oggi a piazza Giulio Cesare). Ma i tempi di questa “rivoluzione” restano ancora incerti.