A chi chiedeva le sue dimissioni, risponde rilanciando il proprio ruolo di sindaco, noncurante di inchieste e polemiche da parte dell’opposizione e di pezzi della sua stessa maggioranza. E così, Leoluca Orlando rinasce dalle sue stesse ceneri e come la Fenice ha presentato tre nuovi assessori comunali.
Resta eccome in sella alla poltrona di sindaco di Palermo, sperando di gettarsi alle spalle i giorni delicati (a dir poco) dovuti all’inchiesta per corruzione che ha investito il Comune e fatto arrestare alcuni pezzi da novanta della maggioranza di centrosinistra.
Tre i nomi presentati che hanno ampliato la giunta del primo cittadino. Dopo il passo indietro preannunciato qualche giorno fa dall’ex vicesindaco Emilio Arcuri che avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di assessore all’Edilizia privata, ecco che in sostituzione al vecchio politico della Rete, ha fatto il suo ingresso Vincenzo Di Dio. “Fiducia compito delicato e ordine” sono le tre parole chiave per il neo assessore Di Dio.
Il secondo ingresso riguarda il giovane Paolo Petralia Camassa, figlio dell’ex pm di Palermo Dino, al quale andrà la delega di Politiche Giovanili – Sport – Innovazione – Rapporti funzionali con SISPI – Relazioni Internazionali all’interno dei progetti strategici di competenza del sindaco.
Un ritorno in giunta riguarda la figura di Sergio Marino, che occuperà l’assessorato che riguarda le tematiche di Ville e Giardini – Verde – Aree protette, parchi, riserve terrestri e marine e di interesse naturalistico – Rapporti funzionali con RESET, RAP ed SRR.
“Un compito delicato è quello che mi aspetta – ha detto candidamente Di Dio, commentando la propria nomina voluta da Orlando per mettere una toppa – ma con l’aiuto di tanti colleghi siamo convinti di portarlo avanti. Mi piace pensare che ciò che abbiamo portato avanti come ordine degli ingegneri abbia avuto una importanza in città. Questo mandato lo sento mio e lo sentiamo nostro”,
Il giovane Petralia, invece, parla un linguaggio che sa di futuro, nonostante per molti l’era Orlando sia ormai al tramonto: “Ho accettato questo incarico per una visione futura di questa città, la quale sta già portando una serie di importanti iniziative. Tra le deleghe vi era quella al turismo, ma la situazione momentanea ha fatto riprendere in mano la situazione al sindaco. Forse una vicinanza giovanile allo sport può fare progredire questo settore in città. La Smart City è una città che guarda al futuro. E noi vogliamo guardare proprio verso quel versante”, afferma il neo assessore.
Dalla vecchia guardia, invece, ecco il ritorno dell’ever green Marino: “Il mio è un ritorno. Sono stato ripescato con delle prospettive. Rispetto al passato ho meno deleghe. Ho una delega difficile e di prospettiva. Di almeno 10 anni. Non sono interessato di raccogliere immondizia dietro l’angolo. La raccolta è ovvia. Con Rap ambisco a fare un progetto di una durata per 10 anni. Vorrei dare un futuro alla azienda fatta con tanti sacrifici nel 2013”.
Una giunta che non nasce sotto i migliori auspici, visto, ad esempio, che l’ingegnere Di Dio vanta già a suo carico un’interrogazione comunale da parte del gruppo consiliare Oso, guidato da Giulia Argiroffi: “Nutriamo, infatti, alcuni dubbi sulla scelta, in considerazione della recente convenzione economica stipulata fra il dipartimento di ingegneria e una delle società partecipate del Comune di Palermo, l’Amap per un importo di ottanta mila euro, finalizzata ad iniziative di efficientamento energetico nelle infrastrutture ed impianti del servizio idrico integrato. È proprio l’Ingegner Di Vicenzo a risultare il responsabile scientifico unico di tutte le attività“. Scrivono in una nota Giulia Argiroffi e Ugo Forello.
Ma non si lascia attendere la risposta del presidente di Dio che tiene sottolineare che: “Gli ottanta mila euro di cui sessanta mila euro riguardano due borse di studio che andremo ad assegnare a due studenti che daranno un contributo alla città ed alla società partecipata. Io non ho percepito un euro in merito a questa convenzione“.
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