Otto operazioni in entrata, quattordici in uscita (più una ancora in bilico), nuovo fosforo e tanta esperienza. I numeri parlano chiaro: il Palermo è stato il grande protagonista del mercato estivo in serie B.
I sei mesi di prova di Carlo Osti, nella prima metà del 2025, hanno convinto senza esitazioni la società rosanero, che per luglio e agosto ha lasciato completa carta bianca al direttore sportivo. Preso in mano un ambiente demoralizzato e destabilizzato, il ds, mattoncino dopo mattoncino, ha rimesso in piedi lo spogliatoio palermitano con un unico obiettivo: la conquista della promozione. Aspetto tangibile non solo dalle trattative complesse e dai profili di rilievo, ma anche, e soprattutto, dalla fermezza di alcune delle decisioni assunte, dall’approdo di Filippo Inzaghi alla minuziosa selezione della rosa da regalare al tecnico fin dalle prime battute del ritiro.
E dunque, alla fine, giunti al 1° settembre e risuonato alle ore 20 il gong che sancisce la chiusura definita di quest’ultima sessione di calciomercato, è arrivato il momento dei bilanci. Il risultato? Una campagna certamente ben oltre la sufficienza, ma con qualche piccola macchia da segnalare: la carenza numerica in difesa e l’assenza dell’alter ego di Augello sulla corsia mancina. Mancanze che rischiano, nel lungo periodo, di pesare sulle scelte e le valutazioni di Inzaghi, che non ha mai nascosto la volontà di voler usufruire di una coppia per ruolo.
Profili di spessore e affidabilità: gli acquisti
Bardi, Joronen, Augello, Bani, Veroli, Palumbo, Gyasi e Giovane. La sfida in Coppa Italia e le prime due uscite di campionato, contro Reggiana e Frosinone, hanno messo in luce la qualità del mercato condotto da Carlo Osti.
E non è certamente un caso se Augello, Bani e Gyasi siano diventati titolari inamovibili: il primo leader indiscusso e dalla qualità sopraffine, il secondo pilastro solido e roccioso, il terzo jolly tuttofare, pronto a sacrificarsi in ogni zona del campo. Stessa sorte spetterà molto presto a Palumbo, in ritardo nella preparazione, a causa del mancato ritiro con il Modena. Talenti grezzi e tutti da scoprire saranno invece Veroli e Giovane. Giunti rispettivamente dal Cagliari e dall’Atalanta, i due unici under chiamati a puntellare la rosa, stimati e fortemente voluti da Inzaghi, sono sbarcati solo nelle ultime settimane, ma avranno tempo e modo di farsi conoscere.
Due acquisti bonus sono invece da considerare Peda e Corona. Entrambi rientrati dall’esperienza in prestito, rispettivamente alla Juve Stabia e al Pontedera, hanno conquistato il cuore del tecnico piacentino che è stato fin da subito categorico: i ragazzi restano a Palermo.
“Ripuliti” gli slot e casse più leggere
Che sarebbe stato un mercato rivoluzionario era stato chiaro fin dalle prime battute, con la diramazione della lista dei convocati per il ritiro a Châtillon.
Oltre a chi ha fatto ritorno alla casa base (Audero, Baniya ed Henry) e Sirigu al termine del contratto, alcuni non hanno avuto neanche la possibilità di giocarsi le proprie carte e sperare nel riscatto in maglia rosanero. Fuori dal progetto sono così finiti Nikolaou, Buttaro, Saric, Verre, Di Mariano e Insigne, rimasti ad allenarsi al centro sportivo di Torretta fino alla designazione di una nuova destinazione, tra prestiti e soluzioni definitive. Eccezion fatta per Verre. Le strade percorribili restano due: la risoluzione del contratto o la pista estera. Giocatori che nella loro esperienza palermitana non sono mai riusciti a convincere la tifoserie e la piazza, ma anche con lunghi e onerosi contratti. Non solo qualche “prezioso” slot over libero in più, che ha permesso al ds Osti un’ampia libertà nelle trattative di mercato, ma anche un gran sospiro di sollievo per le casse della società. Elemento non di poco conto nonostante goda di un’ottima salute finanziaria.
E poi c’è chi in corsa ha preferito fare le valigie e iniziare una nuova vita, come Lund, volato in Germania, al Colonia, e Di Francesco, che ha oltrepassato lo Stretto per vestire la maglia del Catanzaro.
Tra sfortuna e imprevisti: restano dei punti in sospeso
Il nodo Verre è sicuramente una di quelle situazione che troverà riscontro nei prossimi giorni, ma le incognite pendono anche su altri punti chiave.
Il Palermo, infatti, potrebbe attingere al mercato degli svincolati per sopperire l’emergenza tra i pali. Il tabù portieri continua a perseguitare i siciliani che per il secondo anno di fila, alla vigilia della stagione, hanno visto Gomis accasarsi in infermeria. Una spirale di sfortuna all’interno della quale è rientrato anche Bardi. Contro il Frosinone, nonostante una condizione fisica non eccelsa, Joronen ha comunque dimostrato di essere un giocatore all’altezza della categoria. I tempi di recupero di Bardi, però, potrebbero convincere il club di viale del Fante ad aggiungere o meno un altro nome alle spalle del finlandese. Le alternative, al momento, sarebbero Di Bartolo e il giovane Balaguss, aggregato dalla Primavera e giunto da pochi giorni nel capoluogo siciliano.
Più complesso e ingarbugliato il “caso Magnani”. Costretto ad andare via e ad avvicinarsi alla famiglia, a causa di problemi di salute, è stato ceduto in prestito alla Reggiana. I tempi troppo ristretti e ravvicinati non hanno permesso al direttore sportivo di riempire adeguatamente l’enorme vuoto lasciato dall’ex Verona. La compagine di Inzaghi si trova così con 5 pedine per 3 posti da titolare. All’appello, conti alla mano, manca una pedina. Anche in questo caso il bacino dei giocatori svincolati potrebbe rivelarsi un’alternativa, anche se, come dimostrano gli anni precedenti, trattasi di un’opzione non molto gradita alla società rosanero.
Monca, se così si può definire, anche la corsia mancina, che vede il solo Augello come interprete di ruolo. Lund alla fine non è stato sostituito, ma le alternative certamente non mancano. Ceccaroni e Veroli hanno dimostrato in carriera di essere affidabili quinti, mentre la versatilità di Pierozzi e Gyasi restano sullo sfondo. Nessuna grossa emergenza, ma bisognerà tirare un po’ la cinghia.
Ma nessun problema. A gennaio potrebbero essere apportate delle correzioni senza troppi fronzoli. Già, perché all’attivo, restano liberi due slot over, spendibili in qualsiasi momento. E chissà che la scelta Carlo Osti non sia strategica e ben calibrata proprio in questa direzione.