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Rifiuti speciali sotterrati a pochi passi dalla nuova stazione ferroviaria realizzata a Palermo nei pressi di via Ugo La Malfa. Le immagini in alto – girate in via Pietro Nenni – sembrerebbero documentare operazioni illecite effettuate da un’impresa incaricata dalle Ferrovie per la sistemazione di viale Francia e via Monti Iblei, nell’ambito dell’appalto del Passante ferroviario.
Un residente della zona, insospettito da un continuo via vai di mezzi di cantiere intenti a seppellire scarti edili, sfabbricidi e perfino amianto, ha documentato tutto con le telecamere di videosorveglianza della propria casa, mandando la denuncia e un esposto alla Procura della Repubblica.
Dopo alcuni mesi di indagini e raccolta del materiale probatorio (fotografie e filmati) i carabinieri di Palermo della stazione Resuttana Colli hanno effettuato lo scorso venerdì 6 novembre il sequestro probatorio dell’area, su input del Gip Filippo Serio. Il pubblico ministero non aveva ritenuto di provvedere al sequestro dell’area, ma il Gip ha disatteso il parere del PM, disponendo il sequestro con proprio decreto.
Al di sotto del terreno sarebbero state seppellite strutture lignee, una pedana metallica, lastre ondulate di Eternit, fusti in plastica contenenti residui di vernice, scarti edili, residui di asfalto e tubi in plastica. Insomma una sorta di “bomba ecologica” al di sotto del terreno su cui la magistratura ora vuole vederci chiaro.
La denuncia è partita dal residente, difeso dall’Avv. Gioacchino Genchi: «La società RFI aveva disposto l’esproprio dell’area di proprietà del mio assistito, per effettuare i lavori. La casa è adiacente al cantiere e con le telecamere di sorveglianza il mio assistito ha documentato tutto. Le maestranze dell’impresa incaricata dei lavori hanno invaso le particelle 3092 e 3094 di sua proprietà, depositandovi materiali da costruzione, attrezzi e mezzi d’impresa, sfabbricidi, detriti in muratura e metallici, fusti contenenti olii e vernici».
L’impresa palermitana avrebbe inoltre abbattuto piante di alloro del denunciante, per effettuare buche da riempire col materiale di risulta seppellito.
Il Gip scrive che grazie «ai documenti fotografici e videoriprese prodotte, emerge il “fumus” del reato» espresso nella denuncia-querela depositata dall’Avv. Genchi; e «sussiste inoltre, il presupposto del “periculum”, atteso che le particelle del terreno dove si sarebbero consumati i fatti costituiscono cose pertinenti al reato… Va dunque predisposto il sequestro probatorio».
L’indagine al momento è contro ignoti.