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Nulla da fare per il Piano triennale delle opere pubbliche 2020-2022: a Sala delle Lapidi centrodestra ed Oso fanno saltare l’accordo d’aula, dopo un lungo e duro scontro che ha fatto venir meno il numero legale per l’approvazione del documento. Ricordando che si tratta di un atto con cui l’amministrazione comunale di Palermo deve indicare le attività da realizzare con particolare attenzione all’elenco annuale delle opere da mandare a gara avendo copertura finanziaria.
Difficile placare la consigliera del Comune di Palermo, Giulia Argiroffi “Oso” che ha spiegato la sua contrarietà. Intanto c’è da fare una premessa, il piano è già stato bocciato ad aprile perché “Nessuna delle 12 opere, – sottolinea Giulia Argiroffi – che sono pochissime per la quinta città d’Italia, aveva raggiunto il risultato”, cioè l’impegno di spesa. “Noi del Consiglio comunale, abbiamo chiesto l’elenco degli interventi agli uffici. Il presidente della Commissione era stato incaricato di fare un cronoprogramma che prevede di ascoltare il Rup e per questo motivo è stato chiesto all’ing. Capo l’elenco delle opere che sono in grado di raggiungere l’impegno di spesa entro il 31 dicembre 2021, con l’obiettivo di entrare nel merito solo per quelli, per non bloccare l’esecuzione di opere”.
L’elenco deve essere comprensivo della specifica dello stato di validazione del progetto, necessaria per capire se effettivamente può essere raggiunto l’impegno di spesa, cioè la pubblicazione della gara che dipende dall’esecutività del progetto stesso. E’ l’esempio del tram e la componente della 2^ commissione (urbanistica, edilizia pubblica e privata), ha detto “il tram non ha l’esigenza di stare in questo piano perché comunque non può materialmente arrivare all’impegno di spesa entro il 31 dicembre di quest’anno. Manca ancora il progetto definitivo, la validazione, e l’Urega che ci sta almeno due anni. Quindi ci stiamo prendendo in giro”.
Nessuna intenzione quindi di ritardare l’approvazione del piano triennale e Argiroffi lo dice chiaramente “Sono bugie raccontate dall’ex maggioranza e dal M5S. La nostra volontà di portare avanti l’atto è evidente. Quello che hanno raccontato i sostenitori di Orlando è una menzogna. Avevamo elaborato un cronoprogramma che dettava tempi precisi. Avevamo proposto di anticipare l’aula addirittura a lunedì e di stracciare tutti quegli interventi che non avranno la possibilità di arrivare ad impegno di spesa entro il 31 dicembre. Tutto era organizzato per chiudere il discorso entro venerdì 19 novembre. E invece è saltato tutto e bisognerebbe chiedersi il perché. Non sono dodici persone che mettono sotto ricatto l’Aula. A decidere è soltanto la conferenza dei capigruppo”.
La maggioranza orlandiana sostiene che lo stallo politico rappresenti il rischio concreto di perdere i fondi extracomunali per realizzare una serie di opere. “Non si perdono finanziamenti – smentisce Argiroffi – le risorse europee si perdono se non si arriva a rendicontazione, non esiste nessuna scadenza al 31/12, arrivare all’impegno di spesa al 1 gennaio non cambia assolutamente nulla”.
“Ci mandino l’elenco delle opere che l’amministrazione è in grado di mandare a gara entro il 31 dicembre, facendo una valutazione reale senza prenderci in giro e senza possibilità di mentire. Noi invece abbiamo l’elenco annuale, 12 interventi e più della metà non sono allo stato di progettazione utile per andare a gara e stiamo parlando di un piano che è stato depositato a dicembre del 2020, e non si è andato avanti, cioè è un’amministrazione incapace di progettare e programmare e sa la prende con il Consiglio comunale”.
L’esponente di Oso parla anche del forno crematorio “non può andare ad impegno di spesa perché manca lo studio di fattibilità tecnico, manca il progetto definitivo e quello esecutivo, ed il collaudo statico” .
Un tentativo di mediazione è stato fatto anche dal presidente della II Commissione Mimmo Russo, di Fratelli d’Italia, incaricato dalla Commissione di trovare un programma di lavori utile ad arrestare il dibattito sul piano triennale.
“Questi comportamenti sono da fanciulli. Gli avevamo dato una via d’uscita, nell’interesse della città. Sia io che Giulia Argiroffi abbiamo prospettato una possibilità di accordo, insieme al centrodestra e alle opposizioni di quest’aula. Ma l’ex maggioranza è stata così testarda, che ha fatto saltare tutto. Avevamo chiesto di iniziare i lavori martedì e di chiuderli con il voto venerdì. Invece loro hanno deciso di forzare la mano, per andare avanti in una discussione con l’assenza di diverse forze politiche. Non capisco questa prevaricazione”.