Due sfide da crocevia vanno in scena nel turno numero ventisei della serie cadetta. La cornice dello stadio “Giovanni Zini” di Cremona ha ospitato il big match tra la compagine rosanero e i grigiorossi padroni di casa, mentre al “Sinigaglia” il Como sfida il Parma.
L’aria rarefatta dei piani alti della classifica non ha causato un debito d’ossigeno alle due squadre, che hanno mantenuto ritmi alti e buona intensità per gran parte dell’incontro. Il match in terra lombarda, davanti a circa 3.000 tifosi rosanero, è stato anche una sfida a distanza tra Coda e Brunori. Entrambi hanno sfondato la retroguardia avversaria siglando, rispettivamente, il tredicesimo e il decimo centro stagionale.
Partita particolarmente complessa, quasi una sfida di scacchi tra i due allenatori. Il Palermo che all’andata, appena due mesi fa, aveva sofferto i frequenti e precisi cambi di gioco della Cremonese è riuscito stavolta a costringere i padroni di casa a sviluppare ritmo e densità in mezzo al campo.
Pochi ballottaggi alla vigilia del match, con Di Mariano che, preferito a Insigne, ha cercato continuità nelle prestazioni maiuscole offerte durante le ultime uscite. Altra occasione, dopo la sfida casalinga contro il Como, per Aurelio che parte dal primo minuto al posto dell’acciaccato Lund. Stroppa si affida in avanti all’estro di Vazquez e Coda a comporre il duo offensivo nel 3-5-2 grigiorosso, che ha creato tante difficoltà in stagione agli avversari.
Parte subito forte la Cremonese con un inserimento in profondità di Coda che impegna Pigliacelli ad una deviazione sul fondo. Pochi secondi dopo anche Sernicola prova a impensierire l’estremo difensore rosanero, con il pallone che finisce a qualche decina di centimetri dalla porta. Il Palermo risponde a tono e salta la classica “fase di studio” dell’avversario, replicando alle incursioni dei grigiorossi. Tuttavia, qualche svarione, specie a centrocampo, permette ai padroni di casa di mantenere alto il ritmo e di stazionare costantemente nei primi dieci minuti nella metà campo rosanero.
Dal primo calcio piazzato del match arriva la grande occasione del Palermo. Il cross di Ranocchia carambola in area sul braccio di Sernicola, migliore in campo per i grigiorossi fino al quarto d’ora di gioco. L’arbitro Massa, richiamato al Var, concede il rigore ai siciliani ed espelle l’autore del fallo. Sul dischetto si presenta capitan Brunori che non sbaglia e spiazza il danese Jungdal.
Il Palermo cerca di approfittare del colpo psicologico subìto dai grigiorossi e prova immediatamente a mettere al sicuro il risultato con un’incornata di Aurelio che si spegne di poco alta sopra la traversa. Ai lombardi bastano dieci minuti per riorganizzare le proprie idee, passando al 4-3-1-2, e impegnare nuovamente la retroguardia rosanero nel contenimento delle manovre offensive. Intorno alla mezz’ora inizia a piovere allo “Zini” e le condizioni meteo sembrano mettere a proprio agio i padroni di casa nel riprendere in mano il pallino del gioco.
I rosanero sono costretti, nonostante la superiorità numerica, a ripartire in contropiede impegnando il portiere grigiorosso prima con Ranocchia e poi con Segre. Primo tempo che si avvia alla fine vivendo di fiammate da entrambe le parti, con tanta voglia (e tanto nervosismo) della Cremonese di rimettere sui binari giusti l’incontro. Ma a guastare i piani dei padroni di casa ci pensa Ranocchia, che sul cross basso di Diakitè, a sua volta lanciato in profondità da Gomes, spinge il pallone in rete con un “tap-in” semplice quanto decisivo.
E’ raddoppio del Palermo a pochi secondi dalla fine della prima frazione di gioco, con un gol quasi in fotocopia a quello realizzato dall’ex Monza contro il Como. Ancora una volta decisivi i due acquisti di gennaio nell’azione che ha portato in rete i rosanero, che dimostrano di essersi inseriti al meglio nelle logiche e negli schemi di mister Corini.
Cerca e trova la partenza lanciata la Cremonese all’avvio della seconda metà del match, con l’intera squadra proiettata nella trequarti avversaria. Pigliacelli respinge sulla botta da fuori area di Coda, ma nulla può fare contro la conclusione di Castagnetti che, servito bene dai compagni, riesce ad accorciare le distanze. Sulla scia dell’entusiasmo, succede tutto in centoventi secondi allo “Zini“, con un uno-due micidiale dei grigiorossi. Dopo Castagnetti è Coda, che sterzando sul destro coglie in controtempo Ceccaroni e trova l’angolo lontano alle spalle di Pigliacelli. L’ex Genoa pareggia i conti su assist del “Mudo” Vazquez: è 2-2.
Il Palermo rischia, a tratti, anche la rimonta degli avversari. I siciliani accendono la luce dopo il “black-out” solo al minuto sessantacinque, insistendo nell’area dei lombardi con Di Francesco e Insigne, intanto subentrato a Di Mariano. Mister Corini non ci sta e prova a cambiare l’inerzia del match, inserendo nella mischia Soleri al posto dell’ammonito Ranocchia, e passando all’offensivo 4-2-4.
L’incontro si colora anche di una sfida tattica a distanza tra i due tecnici, con un triplo cambio di Stroppa che fa uscire dal terreno di gioco tutti gli attaccanti grigiorossi, pronto a difendere con i denti l’inaspettato pareggio ottenuto. All’opposto, il tecnico di Bagnolo Mella cerca forze fresche in attacco, mediante l’ingresso di Mancuso e Traorè. Le squadre, stanche, avevano iniziato infatti ad allungarsi già a un quarto d’ora dalla fine. L’incontro non ha mai sofferto l’assenza di vivacità, con gli attori in campo consapevoli dei pesanti punti in palio in chiave promozione.
Le ultime fiammate vengono offerte, senza successo, dagli uomini di Corini con Coulibaly, Mancuso e Traorè. Proprio il baby talento del Milan è bravo a mandare in controtempo il proprio marcatore con una serie di finte di corpo e calciare verso la porta di Jungdal, ma senza troppa precisione.
Ancora dodici giornate e trentasei punti a disposizione di capitan Brunori e compagni per continuare a inseguire il sogno promozione. La battuta d’arresto non pregiudica il buon cammino fatto finora dai rosanero, che rimangono tra i candidati alla promozione diretta.
La formazione di viale del Fante dimostra, comunque, di aver risolto la scarsa prolificità offensiva da cui era affetta a inizio stagione. La squadra lombarda aveva finora subito soltanto 17 gol in questo campionato, con una media di 0,68 reti subite a partita e miglior difesa della serie cadetta. Aver scalfito la roccaforte grigiorossa, gonfiando per due volte la rete del danese Jungdal, è anche sintomo della rinnovata fame offensiva rosanero.