PALERMO-VENEZIA 1-1
60′ Segre (V), 90′ Struna (P)
Palermo (4-3-1-2): Brignoli; Bellusci (86′ Moreo), Struna, Fiordilino (66′ Falletti); Salvi, Jajalo, Haas (78′ Murawski), Aleesami; Trajkovski; Puscas, Nestorovski. Allenatore: Roberto Stellone.
Venezia (4-3-3): Vicario; Garofalo, Modolo, Domizzi, Bruscagin; Suciu (79′ Zennaro), Bentivoglio, Schiavone (57′ Segre); Di Mariano, Litteri (89′ Andelkovic), Falzerano. Allenatore: Walter Zenga.
Ammoniti: Salvi (P), Nestorovski (P), Litteri (V), Bellusci (P), Struna (P), Di Mariano (V)
Espulsi: Trajkovski (P). Walter Zenga (V) allontanato dalla panchina
Il Palermo perde l’occasione di inannellare la terza vittoria consecutiva e con un gioco suicida , la difesa a 4 niente spinta sulle fasce , una miriade di passaggi e passaggetti stile il peggior Tedino ed è vero più tiri verso la porta avversaria ma poi riguardandoli veramente si possono considerare tiri visto che non c’è stata che solo qualche vera occasione limpida anche se bisogna ricordare le conclusioni ma frutto di inziative o colpi ad effetto peronali di Nestorovski ispiratissimo con un paio di conclusioni parate da Vicario e poi tiracci frutto di una squadra frenata dietro e senza Muravski a centrocampo e senza cursori a spingere sulle fasce ed ancora non si vuole capire che dobbiamo giocare con il 3-4-3 ed a trazione anteriore con tagli e lanci lunghi già dal portiere per saltare completamente in un colpo il centrocampo avversario invece questo lo abbiamo visto solo nel forcing finale ed è superfluo dirvi che solo in quel momento finalmente ha pareggiato ma avrebbe potuto già farlo prima solo che Haas liberato in area sul dischetto di rigore solo e davanti al portiere tirava il pallone fuori fallendo la più facile delle occasioni …un finale incisivo ma dobbiamo anche dire che era entrato Muravski e la squadra quando poteva come un anticorpo eliminava Jajalo dalla costruzione del gioco e così la squadra aveva cominciato a macinare gioco con efficacia.
Detto questo si spiega il perchè di un titolo apparentemente contraddittorio con il rammarico per i due punti persi solo avessimo giocato con il 3-4-3, senza passaggetti a partire dal portiere che passava al compagno fuori area e poi passaggi al solito indietro o laterali , quindi suicidio assicurato e come volevasi dimostrare come il peggior Tedino in 11 a difendere , si fa per dire, in area arrivava il gol del vantaggio del Venezia, Segre segna dopo un’ora di gioco e qualche istante dopo viene espulso Trajkovski. Rosanero in 10 e gara che sembra persa.
Poi cambio di rotta e tutti all’attacco e squadra in gol. A due minuti dalla fine Struna segna il gol che riacciuffa il Venezia e così al rammarico dei due punti persi bisogna onestamente riconoscere che senza quel finale arrembante ed il gol arrivato a partita quasi finita poteva essere una sconfitta tremenda anche dal punto di vista emotivo e quindi il gol che rimmetteva la partita in parità non può che essere accolto con sollievo e quindi essere considerato come un punto guadagnato.
Orribile questo turnover sopratutto se invece di togliere Jajalo a centrocampo togli Muravski e schieri la difesa a 4 con Salvi ed Aleesami che difensori non sono e messi li non servono a nulla visto che non spingono affatto.
Poi non me ne voglia nessuno ma un arbitro di Lecce proprio non ce lo dovevano mandare … non ci è sembrato un arbitraggio equilibrato e l’espulsione di Trajkovski ci è sembrata esagerata e volendo poteva anche non essere data nemmeno la punizione.
Mentre in Tribuna Autorità il presidente del Venezia usava un atteggiamento provocatorio che costringeva i rappresentanti delle forze dell’Ordine ad intervenire per mettere fine al suo comportamento certamente antisportivo e ci fermiamo qui.
Una partita adesso da dimenticare e che speriamo possa trovare subito una risposta diversa così come fu a Lecce e si torni martedì con il Carpi con una convincente vittoria. Parola d’ordine per vincere “Tutti all’attacco”