Tornano a protestare Cna, Confartigianato, Casartigiani, Claai e Confesercenti che invocano l’annullamento del Decreto, dell’assessore alle Attività Produttive, Girolamo Turano, in particolare l’articolo 2, nella parte che riguarda la questione del riposo, in riferimento al già inficiato Decreto Legge sulla panificazione in Sicilia, firmato, alla vigilia delle scorse elezioni regionali, da Mariella Lo Bello.
Alla conferenza che si è tenuta questa mattina a Palermo erano presenti Tindaro Germanelli (segretario regionale Cna Alimentare Sicilia), Giuseppe Pezzati (presidente regionale Confartigianato Sicilia), Michele Sorbera (direttore regionale Confesercenti Sicilia), Maurizio Pucceri (segretario regionale Casartigiani Sicilia) e Orazio Platania (segretario regionale Claai Sicilia).
“Continua a presentare profili di illegittimità e per di più non tiene conto della espressa volontà di gran parte degli operatori del settore. Ci ha lasciati basiti e delusi l’iniziativa dell’Assessore Turano, il quale, pur mostrando iniziale apertura e disponibilità – affermano le Associazioni datoriali – ha finito per ignorare e disattendere le nostre richieste, elaborate dopo una serie di incontri con i panificatori, lasciando, sostanzialmente, le cose immutate rispetto alla normativa originaria, da noi mai approvata e appoggiata. La soluzione, da lui prospettata, sarebbe quella di limitare la chiusura obbligatoria a due domeniche nell’arco del mese. Per quanto ci riguarda questa proposta ripropone gli stessi estremi di illegittimità contenuti nell’Art. 2 del Decreto Lo Bello – sottolineano ancora Cna, Confartigianato, Casartigiani, Claai e Confesercenti – perché contrasta con la direttiva Bolkestein, il cui obiettivo è quello di favorire la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i paesi.
I divieti imposti, legati alle giornate domenicali e festive, vanno dunque in ben’altra direzione. Con il recepimento della disposizione europea nell’ordinamento giuridico italiano, inevitabilmente, perché le leggi si osservano, ci siamo dovuti allineare, se poi Assipan Confcommercio preferiscono girarsi dall’altra parte o perseguire altri obiettivi, non sono problemi che ci riguardano.
La nostra posizione è chiara – aggiungono – prevede sì un regime di riposo settimanale obbligatorio, ma la scelta della giornata dovrà essere autodeterminata, volontariamente, dagli stessi panificatori, previa concertazione con i sindaci dei territori. Del resto, questa nostra proposta è ampiamente condivisa dai panificatori ed è comprovata dal fatto che, in sede di applicazione delle disposizioni contenute nel Decreto Lo Bello, la maggior parte dei Comuni siciliani ha emesso ordinanze di turnazione proprio per andare incontro alle richieste della categoria.
Con il risultato che il riposo obbligatorio nelle giornate domenicali e festive si traduce di fatto in un inevitabile assist per la grande distribuzione organizzata e finisce per favorire anche l’abusivismo. Ecco dunque le gravi incongruenze che si riscontrano nella norma già in vigore e che, qualora l’attuale Assessore andasse avanti nella sua dichiarata convinzione, troverebbero conferma pure nel testo emendativo. Noi allora diciamo decisamente no, e ci opponiamo, anche perché nel suddetto Decreto, così come abbiamo avuto modo di rilevare e avanzare nel confronto con Turano, ci sono altre significative criticità che danneggiano la categoria.
Argomentazioni e valutazioni che abbiamo rassegnato inoltre alla III Commissione Parlamentare all’Ars. Dobbiamo riconoscere che, in sede di audizione, abbiamo registrato una forte condivisione da parte dei deputati, componenti dell’organismo, rispetto alle nostre rivendicazioni. Noi restiamo aperti al dialogo e al confronto – concludono Cna, Confartigianato, Casartigiani, Claai e Confesercenti – e rinnoviamo l’appello per il superamento di quanto previsto in alcuni articoli contemplati nel Decreto Assessoriale, e confermiamo la nostra immediata disponibilità per contribuire ad elaborare una nuova proposta di legge sulla panificazione siciliana che, nella sua interezza, risponda alle reali esigenze del comparto. Qualora dall’Assessore Turano e dal Governo non dovessero arrivare in tempi brevi risposte concrete ed esaustive, le Organizzazioni annunciano sin d’ora forme di protesta”.