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“È un cammino che ho cominciato per gioco tanti anni fa ma ho capito subito la bellezza e l’importanza di questo lavoro, me la porto sempre dentro l’emozione del primo giorno”: gli occhi di Paolo Briguglia si illuminano quando parla del mestiere dell’attore, scoperta arrivata all’improvviso e poi coltivata nel tempo.
Abbiamo intervistato l’attore al termine delle repliche de “La tempesta” per la regia di Roberto Andò, e proprio con Andò risale il debutto importante al cinema di Briguglia nel film “Il manoscritto del principe“, sulla stesura de “Il Gattopardo” da parte di Tomasi di Lampedusa.
“Per la prima volta avevo un ruolo importante e ho avuto il privilegio di lavorare con attori simbolo del cinema che fino ad allora guardavo sullo schermo, nello stesso tempo lavoravo e imparavo da questi grandi“.
Con Paolo Briguglia abbiamo parlato anche dell’arte in generale e del suo ruolo nelle diverse declinazioni che arricchiscono la vita di tutti i giorni.
Non potevamo, infine, non chiedere a Briguglia i retroscena del film che ha cambiato la storia della Sicilia: “I cento passi” di Marco Tullio Giordana, con un cast eccezionale che vedeva tra gli altri Luigi Lo Cascio, Luigi Maria Burruano e Tony Sperandeo.
“All’inizio non potevamo prevedere che avrebbe avuto questo impatto anche sulle indagini – ci ha detto Paolo – era una storia incredibilmente poco conosciuta. Il film è cresciuto durante la lavorazione e poi quando abbiamo visto la reazione a Venezia e a Palermo allora abbiamo compreso veramente la portata del progetto. La chiusura del cerchio ci fu dieci anni dopo quando per l’anniversario del film ci ritrovammo nella casa di Badalamenti che era stata destinata a progetti culturali per le nuove generazioni di Cinisi“.