A lanciare l’allarme per la situazione dei parchi regionali è il presidente del Gal dei Nebrodi Plus Francesco Calanna che invita ad una riflessione sulle criticità ricordando come in passato la Sicilia abbia invece brillato per una legislazione avanzata sulle tematiche ambientali ed oggi invece sia fanalino di coda.
“Dopo aver istituito i parchi regionali in Sicilia e dopo i primi anni di grande fermento e dibattito culturale gli stessi vengono lasciati al loro destino- scrive Calanna– È mancata infatti l’attività propulsiva di indirizzo e coordinamento dalla legge affidata alla Regione Siciliana. Peraltro non vengono trasferite sufficienti risorse per la gestione e si trasformano in contenitori di disagio amministrativo e di contenzioso, smarrendo la loro missione e impoverendosi di risorse umane in grado di proporre una progettazione adeguata per il raggiungimento dei loro fini istituzionali ed il controllo del territorio”.
Calanna inviata ad una riflessione sulle soluzioni da adottare evidenziando come il solo parco di Pantelleria, all’interno del quale, in un territorio ristretto, ricade un solo Comune ha più risorse di tutti i parchi regionali Siciliani messi insieme.
“Ora delle due una: o la politica regionale recupera i ritardi e le distrazioni mettendo mano ad una seria proposta di riforma che preveda una gestione coordinata di tutti i parchi e le riserve sotto un’unica Agenzia Regionale, con ciò abbattendo i costi di gestione e munendo la stessa agenzia di una solida governance politica e amministrativa o, altrimenti, la strada della richiesta di riconoscimento per alcune aree come parchi nazionali diventa obbligatoria, anche se le procedure già previste in questo senso dalla Legge Nazionale n 222/2007 non hanno ancora prodotto i risultati previsti e sperati per le aree di reperimento dalla stessa legge considerate (Parco delle Egadi e del litorale Trapanese, Parco delle Isole eolie e Parco degli Iblei), probabilmente per l’inerzia della Regione Siciliana”.