Da destra a sinistra l’imperativo è unico: tutelare la rappresentanza di genere negli locali siciliani. Si è svolta questa mattina una manifestazione davanti all’Assemblea Regionale Siciliana per sensibilizzare i parlamentari di Sala d’Ercole sul futuro della riforma degli enti locali. Un testo, quello che vede come relatore il deputato regionale della DC Ignazio Abbate, che disciplina una serie di aspetti dei 391 comuni siciliani e non solo. Fra questi figura, appunto, la rappresentanza di genere. Al momento, nel ddl incardinato la soglia minima è fissata al 20%, la metà della media nazionale. Ma ci sono una serie di emendamenti che mirano ad alzare tale cifra.
La battaglia per la rappresentanza di genere, le parole di Laura Boldrini
I numeri sono inclementi. All’Ars, in 75 anni di storia, hanno occupato i banchi di Sala d’Ercole soltanto 83 deputate regionali. Di queste, solo una ha ricoperto ruoli di rilievo. Si tratta di Anna Grasso Nicolosi, unica vicepresidente dell’Ars dal 1967 al 1971. Poi il nulla. Nell’attuale legislatura, le deputate regionali sono soltanto 15. Gli uomini 55. Un rapporto quasi di 1 su 4.
Una battaglia trasversale e che ha coinvolto le donne della politica di ogni schieramento. Ad accompagnarle in questo percorso, questa mattina, c’era anche Laura Boldrini. La parlamentare nazionale del Partito Democratico, già presidente della Camera, ha voluto presenziare al sit-in realizzato davanti all’Ars.”Avrei preferito non essere qui, ma è necessario. Se c’è una norma che dimezza la rappresentanza di genere rispetto alla media nazionale, è evidente che dobbiamo stare qui. E’ un arretramento culturale non solo ingiusto per le donne siciliane, ma per tutte le donne italiane. La Sicilia ha bisogno di tante cose ma non di questa. Perchè tanto accanimento da parte del Governo Regionale contro le donne? Noi siamo qui per dare una mano alle colleghe. E spero che si uniscono anche le parlamentari e i parlamentari del centrodestra“.
Chinnici: “Attuale soglia è elemosina, cancellare questa vergogna”
Dai banchi della maggioranza all’Ars hanno presenziato diverse figure politiche al femminile, fra cui le deputate regionali Marianna Caronia e Margherita La Rocca Ruvolo. Poche, a dire il vero, le presenze al maschile della coalizione di centrodestra. A rappresentare l’altro fronte c’erano invece, fra gli altri, il vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola e il deputato regionale pentastellato Luigi Sunseri.
Mentre andava in scena la protesta in piazza del Parlamento, i capigruppo di maggioranza erano riuniti per cercare una quadra sul testo. E a loro si rivolge la deputata regionale del PD Valentina Chinnici. “Per me non è una soglia, è un’elemosina. Siamo qui per porre rimedio a questa norma. Il nostro è stato un appello trasversale, sottoscritto da destra a sinistra. Non è una battaglia delle donne per le donne. Ma di tutti i cittadini che hanno a cuore la democrazia e l’articolo 3 della Costituzione. Questa vergogna va rimossa subito. Credo che se ne siano resi conto. Ma al momento il testo esitato prevede al momento la soglia del 20%. Abbiamo tutto il diritto di avere voce e spazio. E ce lo prendiamo“.
Argiroffi: “Poche donne in politica? Problema di accessibilità”
Se i numeri sulla parità di genere all’Ars sono inclementi, quelli relativi al Comune di Palermo non sono di certo migliori. Fatto su cui interviene a gamba tesa l’esponente di “Oso” Giulia Argiroffi. “E’ un problema di accessibilità. Mi permetto di dirlo dall’alto della mia esperienza. Io sono arrivata in Consiglio Comunale facendo coppia elettorale con Ugo Forello a parità assoluta di consenso. Ma la maggior parte delle colleghe sono lì grazie al trascinamento. Cosa sacrosanta visti i numeri, ma siamo lontani dalla parità. E gli strumenti purtroppo a disposizione non garantiscono la parità oltre che la qualità“.
Alla manifestazione pro-quote rosa, per il Movimento 5 Stelle, presenti Martina Ardizzone, Roberta Schillaci, Cristina Ciminnisi e Stefania Campo.