Pasqua è una vera e propria carneficina che porta al mattatoio oltre 2 milioni di animali tra agnelli e agnelloni.
Le vittime della cosiddetta “Pasqua di sangue” sono cuccioli tra i 30 e i 40 giorni di vita. Vengono strappati prematuramente alle loro madri dopo una gravidanza di 5 mesi. Gravidanza regolata in modo tale da poterli uccidere quando pesano circa una decina di chili.
La pratica della macellazione è assolutamente atroce. “Gli agnelli vengono legati insieme per le zampe e appesi. Issati a testa in giù vengono storditi con una carica di corrente elettrica e sgozzati”, racconta l’Enpa.
E ancor prima “sono sottoposti a stress e violenze inaudite, prima fra tutti il distacco dalla madre, che avviene soli due giorni dopo la nascita del piccolo. I belati di agonia che accompagnano la separazione del cucciolo sono la più chiara espressione della sofferenza a cui madre e agnello sono sottoposti – sottolinea la LAV-. Ma non tutta la carne di agnello consumata in Italia è prodotta su suolo nazionale. Per soddisfare la richiesta pasquale, i 3/4 degli agnelli sono importati da Ungheria e Romania. Gli agnelli vengono trasportati in condizioni di grave privazione e stress, stipati in camion di quattro piani e talmente compressi in spazi inadatti da non poter neanche alzare la testa per raggiungere gli abbeveratoi“.