Non c’è luce in fondo al tunnel. La Sis ha confermato oggi il recesso del contratto nel mega appalto (da 1,2 miliardi di euro) di “Raddoppio del Passante Ferroviario di Palermo”.
La notizia è arrivata oggi al termine del vertice in assessorato regionale ai Trasporti, nonostante il sit-in dei protesta dei 216 operai licenziati e dei sindacati (Fillea, Filca, Feneal). In pratica, l’opera resterà incompleta e si allungano ancora i tempi per l’ultimazione dei lavori.
Come avevamo già raccontato (LEGGI QUI), dovranno essere riappaltate le stazioni di Kennedy-Capaci, Lazio, Giustizia-Imera, più parte della stazione Notarbartolo, e la definizione della galleria Notarbartolo-Belgio.
In bilico ancora Vicolo Bernava dove si cerca una soluzione rapida per la demolizione degli edifici pericolanti, espropriati per ultimare i 58 metri di galleria Imera-Lolli.
“Si procederà a nuovi appalti per completare l’opera entro il 2019 – scrivono i sindacati – . Per finire il raddoppio ferroviario, Rfi dovrà bandire nuove gare, ci sono ancora 60 milioni di lavori da realizzare. Oggi Sis e Rfi hanno raggiunto un accordo per la riassunzione in altre opere dei 216 lavoratori che saranno licenziati. In 50 andranno in Veneto nel cantiere Sis della Pedemontana”.
Al vertice di oggi erano presenti l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone, le organizzazioni sindacali di Feneal, Filca e Fillea, Claudio Dogliani della Sis e Filippo Palazzo di Rfi.
“La Sis – spiegano i sindacati – rispetterà comunque l’accordo siglato nel maggio 2018 con Rfi che prevedeva, oltre al ripristino già avvenuto del transito del treno verso Punta Raisi, anche il completamento dello scavo della galleria da via Notarbartolo a viale Francia, quasi ultimato, e altre opere complementari. Lavori che saranno tutti quanti completati entro gennaio“.
Novità anche per quanto riguarda i licenziamenti dei 216 operai.
“Lunedì, in un nuovo incontro nella sede della Sis, in via Parlatore, saranno definite le modalità per procedere gradualmente ai licenziamenti, scaglionati tra novembre e gennaio. La Sis ha garantito che occuperà i lavoratori licenziati, prima possibile, nei suoi cantieri. Abbiamo strappato l’impegno che un numero minimo di 50 edili sarà assorbito come manodopera presso il cantiere della Pedemontana veneta – dichiarano i rappresentanti di Fenal Uil Ignazio Baudo, Filca Cisl Francesco Danese e Fillea Cgil Piero Ceraulo e Francesco Piastra – E abbiamo inoltre concordato con Rfi e con l’assessore Falcone che verrà previsto la riassunzione dei lavoratori licenziati dalla Sis nel riappalto delle opere che riguarderanno le stazioni di Capaci, Viale Lazio e Imera, di parte della stazione Notarbartolo, e la definizione della galleria Notarbartolo-Francia. La proposta è anche di allargare la clausola di salvaguardia occupazionale ad altre infrastrutture ferroviarie, che come annunciato da Rfi sono ingenti. Sono opere per la Sicilia che valgono 3 miliardi e 800 mila euro, che saranno date in appalto sin dai prossimi mesi. La Bicocca-Catenanuova è già in fase di aggiudicazione. I lavori per la stazione di Capaci sono stati già assegnati, nell’ambito di un accordo quadro, a un’azienda e il cantiere dovrebbe partire a gennaio”.
“L’impegno preso stamattina è di completare il passante entro il 2019, la stessa scadenza che si era data la Sis – aggiungono Feneal, Filca e Fillea – L’intento è di mantenere lo stesso programma anche se bisogna prima riappaltare gli stralci residui del contratto. L’assessore Falcone ha concordato con i sindacati l’istituzione di un tavolo dove, via via che si procederà con le nuove aggiudicazioni, saranno convocate le imprese vincitrici degli appalti, con le quali si intraprenderà il percorso di riassunzione dei lavoratori”.
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