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Pastori sardi, Donato (Lega): “Hanno diritto di protestare”

sabato 31 Ottobre 2020
Francesca Donato, Lega
Francesca Donato

“La notizia della richiesta di rinvio a giudizio per le decine di pastori sardi, protagonisti
delle accese proteste di due anni fa, aggiunge un senso di ingiustizia alla già
pesantissima condizione del comparto agropastorale dell’Isola”.
È quanto afferma l’europarlamentare della Lega, Francesca Donato, che interviene sulla vicenda di 38 pastori sardi che, nel febbraio del 2019, attuarono una protesta per il prezzo del latte, bloccando un tratto autostradale e per questo motivo si vedono, oggi,
rinviati a giudizio.
“È innegabile – continua l’esponente leghista – che dal punto di vista giuridico ci siano
state delle violazioni, ma la corposa sfilza di accuse ed aggravanti contestate a coloro che, dalla disperazione, sono arrivati a gettare in strada il latte ottenuto col proprio lavoro, mortifica ogni possibilità di fiducia di quei cittadini nelle Istituzioni e ogni speranza per il futuro. Le tensioni sociali cui assistiamo ormai da giorni, dovute a difficoltà economiche gravissime di intere fasce della popolazione, non si possono risolvere con la repressione e i processi. Il diritto al lavoro, a un salario equo, alla
dignità, alla libertà individuale sono presidi fondamentali nel nostro ordinamento e la loro preminenza andrebbe tenuta presente anche nel soppesare condotte irregolari rispetto alle autorizzazioni necessarie per manifestare pubblicamente una loro grave
carenza”.

“Sono vicina ai pastori sardi senza remore, mi auguro che la politica del territorio e il governo nazionale si attivino prontamente per sostenerli e, quantomeno, per aiutarli ad
affrontare le spese di giudizio e garantire loro la miglior difesa possibile nel
procedimento che li riguarda. Pare superfluo aggiungere – conclude la Donato – che sia il ministero all’agricoltura che l’assessorato regionale competente dovrebbero rispondere del perché ancora non è stato fatto nulla per rispetto alle legittime richieste  di intervento di questa categoria di lavoratori, nonostante le ripetute promesse e la  lunga attesa di segnali concreti da parte loro”.

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