La cronaca della vigilia della presentazione delle liste racconta, tra le altre cose, la scelta ormai quasi scontata, di non ricandidarsi da parte di Gianpiero D’Alia, mentre è in forse anche la ricandidatura di Dore Misuraca.
All’indomani del passo di lato di Angelino Alfano, ai primi di dicembre, che annunciava di non candidarsi per le elezioni politiche, il rischio del “liberi tutti” veniva individuato come una grossa difficoltà concretamente da chi doveva intestarsi la risalita della china. Tra questi c’era Giuseppe Castiglione, sottosegretario alla pesca, ex presidente della Provincia di Catania, con un passato di deputato regionale e assessore. Era stato tra i primi a dire che il progetto doveva continuare.
C’era una pattuglia da rimettere insieme in fretta anche per scongiurare. Non si poteva arrivare al voto senza un progetto organico da portare avanti. Non era nell’interesse di nessuno presentarsi come un gruppo di reduci da annettere senza condizioni.
Castiglione nei giorni scorsi ha annunciato il passo indietro, confermando una voce che già circolava.
In pista dunque dovrebbero essere i sindaci di Lipari e Mistretta. Marco Giorgianni, capolista al Senato nella Sicilia orientale e Liborio Porracciolo per Civica Popolare che potrebbe invece correre alla Camera.
Una nemesi strana quella dei centristi. D’Alia avrebbe rinunciato all’ipotesi di correre in un collegio uninominale a Messina, puntando tutto su una battaglia difficile e complicata, ma pur sempre dall’esito possibile, anche se complicato. Il leader dei centristi rimasto alla corte di Casini in questi anni, si ferma dunque dopo aver fatto il ministro della Funzione pubblica nel governo Letta, l’esecutivo iniziale, quello di più breve durata.
A incidere sulle scelte dei centristi, disorientati anche dalla celta di Alfano, il radicalizzarsi del quadro politico isolano che prevede grandi numeri per i 5stelle e un centrodestra chiamato a confermare il suo trend di crescita dopo l’esordio del governo regionale a guida Musumeci.
L’esodo dei centristi, alfaniani in testa, nel centrodestra, è stato reso quasi impossibile dal fatto che Forza Italia, per quanto riguarda le candidature, aveva già quasi tutte le caselle occupate.
I centristi della sinistra rischiano l’estinzione, mentre anche a destra si attendono i collegi e le scelte di coalizione per capire se, complessivamente, i due partiti di riferimento Fi e Pd, abbiano di fato cannibalizzato o meno candidature e liste bloccate, dando un duro colpo alla voglia di centro che sembrava immutabile nella politica siciliana