Anthony Barbagallo, segretario regionale del Pd Sicilia, come è andata l’assemblea dei dem? Chi ha assistito parla di momenti di fuoco e scontri fisici, di irregolarità nelle votazioni.
“Insomma una brutta pagina che siamo chiama tutti presto ad archiviare, guardando avanti. È partita la stagione congressuale, c’è una grande voglia di partecipazione da parte del nostro mondo che va assecondata, dando voce ai circoli, parlando delle proposte, di una nuova visione della Sicilia e costruendo l’alternativa alle destre. Il nostro avversario è dall’altra parte del campo”.
Qual è il motivo di questo astio di alcuni dirigenti nei suoi confronti? E’ un problema politico o solo personale?
“Guardi si litiga pure in famiglia figuriamoci in un partito. Io mi sono sempre assunto le mie responsabilità, non mi sono mai sottratto, né lo farò oggi. Ma ritengo di avere sempre coinvolto tutti, in ogni decisione che ha riguardato il partito. Anche sulle regole congressuali: lo testimoniano gli organismi convocati praticamente ogni settimana da metà novembre in poi. Ho pure convocato l’assemblea regionale lo scorso 12 dicembre, con la proposta del nuovo statuto, trasmessa oltre un mese prima a tutto il gruppo dirigente ma di proposte alternative non ne sono mai arrivate”.
Qualche giorno fa l’onorevole Giovanni Burtone ha dichiarato a ilSicilia.it che il segretario regionale avrebbe dovuto, all’indomani delle elezioni europee, rassegnare le dimissioni, a causa del risultato non proprio performante del partito. Come risponde?
“In tanti anni non ho mai né attaccato, né replicato ad un collega di partito fuori dagli organismi e non lo farò neanche stavolta; su questo e su ogni altro tema politico ci confronteremo con Giovanni negli organismi, magari con toni più pacati rispetto all’ultima volta”.
Al netto delle polemiche, è passata la linea Barbagallo. E’ soddisfatto, nonostante le avversità dei colleghi di partito?
“Guardi, non si tratta di linea Barbagallo o meno. Sicuramente la proposta di regolamento approvata dall’assemblea è in linea con quanto ci viene chiesto dal nostro mondo ed in linea anche con quanto relazionato dal responsabile nazionale dell’organizzazione. E’ pervenuto, di recente, alla segreteria regionale un documento sottoscritto da oltre 100 circoli che va proprio nella direzione di dare forza e voce a coloro che ogni giorno, tra mille difficoltà, si vedono, si confrontano, animano il dibattito e costruiscono la proposta politica locale. Spessissimo sono gli stessi militanti che pagano le bollette e l’affitto e che costituiscono lo zoccolo duro e l’anima del partito”.
A questo punto, quali sono le sue prospettive per il futuro? E’ arrivato il momento per il Partito democratico di inaugurare una nuova stagione improntata al dialogo e al confronto?
“Io auspico il confronto in mare aperto, nelle assemblee, negli incontri pubblici, negli organismi e lontano dai caminetti. Il congresso serve a costruire un nuovo gruppo dirigente, a dare voce alle nuove generazioni a partire dai giovani democratici. Il congresso servirà anche a costruire proposte e soluzioni per i problemi che attanagliano la nostra terra e che la destra non risolve: dalla siccità ai rifiuti alla lotta per la legalità che oggi è chiamata a affrontare anche il tema delicatissimo che riguarda le scarcerazioni facili che riguardano i boss mafiosi. C’è un generale e preoccupante abbassamento dell’attenzione sul contrasto alla mafia: al grande e innegabile lavoro di magistrati e forze dell’ordine non riscontriamo altrettanta attività al livello politico. Il congresso è lo strumento, anche per il partito, attraverso cui rilanciare un un confronto costante con le forze sociali, le associazioni, le energie pulite della nostra regione, senza preconcetti”.