“Miccichè dice che non ci sono aumenti sulle pensioni? Peccato che le carte dicano il contrario. Gli aumenti ci sono e sul trattamento di fine mandato sono veramente consistenti, basti pensare che, secondo i nostri calcoli, limitandosi a versare solo 2760 euro per 5 anni, i deputati si porteranno casa ben 34 mila euro in più rispetto a prima, e versandone 4.400 euro in più per 10 anni, il gruzzoletto per loro aumenterà di 44 mila euro. Un bell’investimento non c’è che dire, alla faccia di tutti i siciliani”.
Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Giorgio Pasqua, che questa mattina sullo scandalo aumento pensioni all’Ars in piena pandemia, ha tenuto una conferenza stampa assieme ai colleghi Stefano Zito e Jose Marano. “Anche per le pensioni – dice Pasqua – ci sono aumenti evidenti che vanno da quasi 500 euro al mese per una legislatura, a poco meno di 800 euro al mese per due legislature. Dicono che è stata applicata la legge? E chi dice il contrario? Il problema è che questa legge se la sono scritta ed approvata loro a proprio uso e consumo, costruendosi quell’aumento che ora dicono che non ci sia, ma che i fatti smentiscono categoricamente. Carta canta. Il problema è che il M5S non doveva disturbare il manovratore. Se non ci fossimo stati noi a denunciare questo scandalo, tutto sarebbe passato sotto silenzio. Purtroppo per loro ci siamo e siamo qui a fare gli interessi dei cittadini. E se qualcosa non va abbiamo il dovere, ancor prima che il diritto, di denunciare tutto pubblicamente”. “Miccichè – continua Pasqua – dice che la nostra è un’azione indegna di un gruppo politico? Chiediamolo ai siciliani. È indegno chi denuncia una malefatta o chi la malefatta la mette in atto? Da questo palazzo dovrebbero partire segnali ben diversi, specie in un periodo storico come questo e invece avviene l’esatto contrario. La verità è che qui nessuno rinuncerebbe a un solo euro per i siciliani. Prova ne sia il fatto che solo un deputato un paio di anni fa ha aderito alla proposta ufficiale di Miccichè di donare poco più di 1000 euro per beneficenza. Noi, come è notorio, da quando siamo all’Ars abbiamo restituito qualcosa come 5,5 milioni di euro e recentemente abbiamo donato ad Asp e protezione civile 300 mila euro per fronteggiare la pandemia”.
A fare scattare lo scandalo pensioni a palazzo dei Normanni è stato il via libera dato in questi giorni agli uffici dell’Ars praticamene da tutti gli schieramenti politici (secondo quanto previsto dalla legge regionale 19 del 28 novembre 2019) di calcolare i propri contributi da versare considerando sia diaria che indennità e non solo sulla base dell’indennità, cosa che, ovviamente, farà lievitare sia la pensione che il trattamento di fine mandato dei parlamentari di sala d’Ercole, traducendosi in pratica in un auto aumento degli assegni Il M5S, comunque, non ci sta e per correre ai ripari ha messo a punto due disegni di legge, primo firmatario Stefano Zito.
“Il primo – dice Zito – per mettere ordine alla normativa delle pensioni, facendo confluire i contributi all’Inps o alle altre casse pensionistiche, alle quali versavano in precedenza i deputati, il secondo per abrogare la norma che consente il calcolo dei contributi su indennità e diaria. Questo secondo ddl prevede pure il taglio dello stipendio dei deputati, portandolo dagli attuali 11.100 euro lordi a 8.000 euro”. Ancora senza risposta la domanda delle domande, che oggi Jose Marano (che ha seguito passo passo in commissione per mesi la “vergognosa” vicenda dei vitalizi, finita a tarallucci e vino, con un ridicolo taglio lineare del 9 per cento) ha rilanciato in conferenza stampa. “Vogliano sapere, e con noi vogliono saperlo tutti i siciliani – ha detto Marano– se anche il presidente Musumeci, in un momento terribile come questo, ha firmato per aumentarsi pensione e assegno di fine mandato. Lo dica chiaramente, basta un sì o un no. Non ci vuole molto”. “I siciliani devono pure sapere – ha aggiunto Marano – che quest’aumento delle pensioni, nell’ipotesi della firma di 55 deputati, costerà all’Ars circa 700 mila euro all’anno, 7 milioni di soldi pubblici in dieci anni che saranno sottratti ai cittadini”.