Diciamolo subito: gli unici a pensare alla Sicilia sono stati i Cinquestelle. Tre dei quattro sottosegretari nati nell’Isola arrivano dai pentastellati: Giancarlo Cancelleri, Manlio Di Stefano e Barbara Floridia. E però non può sfuggire il fatto che uno di questi, Di Stefano, viva ormai lontano dalla Sicilia da anni.
Tralasciamo la nomina di Giorgio Mulé, quarto nostro conterraneo al governo indicato da Forza Italia per un posto di sottosegretario al ministero della Difesa, che solo un estremo sforzo di campanilismo può fare rientrare come portabandiera della Trinacria. L’onorevole Mulé, infatti, giornalista molto noto, vive e lavora oltre lo Stretto ormai da qualche decennio.
Per il resto il nulla più assoluto. Il vuoto cosmico. Chissà cosa ne pensa Totò Cuffaro che, intervistato da ilSicilia.it sull’assenza di ministri in quota isolana, aveva dato fiducia a Draghi prevedendo un’infornata di sottosegretari nostrani. Con il senno di poi, probabilmente, quella di Cuffaro era più una speranza che una previsione.
E chissà cosa frulla nella testa di Gianfranco Micciché in queste ore. La sua Forza Italia in Sicilia ha portato valanghe di voti a Roma, ha fatto incetta di deputati regionali e ha tenuto alta la bandiera azzurra nelle percentuali mentre in altre lande si manifestava una desolazione deprimente. Si dice che il viceré Berlusconiano in Sicilia avesse indicato Gabriella Giammanco per una poltrona da sottosegretario, ma la nomina non è arrivata. E qui i casi, se l’indicazione c’è effettivamente stata, sono due: o il Cavaliere non ha mediato abbastanza o Draghi se ne è fregato altamente (propendo per la seconda ipotesi).
Si era parlato, poi, del trasferimento a Roma di qualche assessore regionale. Si erano fatti i nomi di Roberto Lagalla (in questo senso avevano destato qualche malignità i comunicati stampa dell’ex Rettore che aveva salutato con ammiccante soddisfazione la nomina di qualche ministro) o di Gaetano Armao. Macché. Nada, niente, zero.
Sorvoliamo su tutti gli altri partiti che sostengono il governo, che della Sicilia, almeno per quel che riguarda le nomine, se ne sono infischiati. Il Pd ha combattuto giustamente la battaglia per la rappresentanza di genere, dimenticandosi però completamente quella per la rappresentanza dei territori, in particolare, appunto, la Sicilia. Italia Viva è troppo impegnata in altre logiche di gestione del potere, mentre non è certo dalla Lega che ci si doveva aspettare un regalo alla Sicilia. Leu non pervenuta. Per Più Europa si era parlato di Fabrizio Ferrandelli, ma alla fine l’ha spuntata Benedetto Della Vedova.
Già la vedo Giorgia Meloni gongolare in vista delle elezioni Politiche, pronta a suonare la grancassa dell’assenza dei siciliani in vista delle elezioni politiche, speranzosa di fare incetta di voti nell’Isola. E chi potrebbe darle torto?
Infine, vi confesso una mia personale curiosità: il tecnico Draghi, già ai vertici delle più alte istituzioni bancarie del mondo, esattamente, cosa conosce della Sicilia? C’è mai stato? Ha mai sentito parlare di Villabate, Buseto Palizzolo, Pachino o Ribera, per dire? Secondo me No.