“Per ospedali sicuri a Catania serve l’esercito”. Dopo l’aggressione al pronto soccorso Vittorio Emanuele di Catania, nella notte di Capdoanno, i sindacati scendono in campo e chiedono misure straordinarie per garantire la sicurezza nei presidi ospedalieri della città. “Come avevamo immaginato, i correttivi apportati e le piccole attenzioni sul sistema di sicurezza poste dopo i fatti dello scorso autunno, si sono dimostrati deboli e poco incisivi – dichiarano il segretario generale territoriale della Ugl etnea, Giovanni Musumeci ed il segretario provinciale della Ugl Sanità, Carmelo Urzì”, che annunciano l’invio di una nuova richiesta al nuovo ministro dell’Interno Marco Minniti: “E’ in atto, infatti – aggiungono i due sindacalisti -, una vera e propria emergenza non solo al ‘Vittorio’ ma in tutti i pronto soccorso di Catania e provincia, dove costantemente è messa a repentaglio l’incolumità di tutto il personale sanitario. Continuiamo ad essere convinti che il ripristino del posto di polizia, in collaborazione con il personale della vigilanza privata, serva a ben poco, anche perchè crediamo sia opportuno mantenere più personale della forza pubblica in strada in un momento, come questo, in cui la carenza di unità è ai massimi storici. Per questo ribadiamo ancora una volta la richiesta di avviare la campagna ‘Ospedali sicuri’, assegnando militari dell’esercito debitamente armati ad ogni presidio di emergenza della nostra area metropolitana“.
Intanto, per i fatti di Capodanno rimane ai domiciliari Mauro Cappaddonna, 47 anni, arrestato da agenti della polizia di Stato della sezione Volanti della Questura di Catania poco dopo avere aggredito, assieme a altre quattro persone, il medico di turno nel pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele, che si era rifiutato di fornire l’identità di una donna che, ore prima, era stata medicata per un incidente stradale. Lo ha deciso il presidente della prima sezione monocratica del Tribunale, Eliana Trapasso, che ha rinviato l’udienza di convalida al prossimo 31 gennaio. La decisione è arrivata dopo che l’avvocato Antonio Fiumefreddo, che rappresenta il medico e l’Azienda ospedaliera nel procedimento in qualità di come parti lese, hanno chiesto di contestare all’indagato, oltre alle lesioni e alla violenza a pubblico ufficiale, anche l’interruzione di pubblico servizio e sollecitato anche l’acquisizione agli atti dell’inchiesta dei video di sorveglianza dell’ospedale.
Il legale di Cappadonna, l’avvocato Salvo Marino, ha chiesto e ottenuto termini a difesa. Continuano, intanto, le indagini della polizia di Stato sull’aggressione. Funzionari delle Volanti della Questura hanno già denunciato quattro ‘spalleggiatori’ dell’indagato, compreso un presunto operatore del 118 che, fuori del servizio, avrebbe utilizzato il proprio codice d’ingresso per far accedere Cappaddonna in una zona chiusa al pubblico. La sua posizione è al vaglio dell’Azienda ospedaliera.