“Quando sono ormai trascorsi 15 giorni dal sequestro, i 18 pescatori siciliani della marineria di Mazara del Vallo sono ancora nella mani delle autorità libiche. E’ una vicenda sconcertante e di inaudita gravità di cui i media italiani non parlano e della quale il governo Conte si sta disinteressando senza muovere alcun passo istituzionale e diplomatico utile a riportare a casa questi nostri connazionali”. Lo afferma Urania Papatheu, parlamentare siciliana di Forza Italia, che così torna a sollecitare il rilascio immediato dei 18 marinaia italiani sequestrati da Haftar il 1 settembre scorso. L’esponente di FI ha incontrato oggi il presidente di Agripesca, Toni Scilla per un confronto su questa drammatica vicenda che al momento rimane irrisolta.
“Le rassicurazioni di Conte non bastano e non risolvono il caso. Non servono le parole, occorrono fatti e concretezza. Ha ragione, e ha il mio pieno sostegno, il presidente di Agripesca Regione Sicilia, Toni Scilla: si liberino immediatamente gli equipaggi o verrà bloccata la flotta. Porterò il caso in Parlamento, e il Governo dovrà spiegare e riferire cosa sta facendo per ottenere il rilascio di questi nostri connazionali. Si tratta di persone che vivono di mare, lavoro e famiglia, è gente onesta che non può essere trattata come delinquenti o peggio ancora essere sbattuta nelle carceri della Libia. Non è ammissibile che la Marina di Haftar non voglia liberare i 18 marinai di Mazara del Valle o che, peggio ancora, voglia ricattare l’Italia barattando la sorte di questi siciliani con il rilascio di 4 uomini arrestati in Italia. Di Maio si attivi subito e risolva il caso, altrimenti prenda atto della sua manifesta incapacità”, conclude.
“Chiediamo l’immediato rilascio dei marittimi e dei motopescherecci mazaresi sequestrati dai libici. Se il Governo Nazionale non giungerà ad una velocissima soluzione della vicenda siamo pronti ad intraprendere forti, legittime e civili azioni di protesta a difesa dei pescatori siciliani, che potrebbero sfociare anche nel blocco dell’intera flotta peschereccia”, ha evidenziato il presidente di Agripesca, Toni Scilla.
“Come marineria siciliana abbiamo già pagato un prezzo altissimo per questa maledetta guerra del pesce nel Canale Di Sicilia, sia in termini prettamente economici come il sequestro del pescato o addirittura la confisca dei pescherecci, sia purtroppo come perdita di vite umane. Servono un Governo Nazionale ed una Europa che sappiamo con autorevolezza e competenza ripristinare una adeguata politica socio economica nel cuore del Mediterraneo in grado di tutelare gli interessi della pesca siciliana e non solo. Negli ultimi anni il peso politico ed istituzionale dell’Italia a Tripoli, ma anche nell’intera area magrebina, è diventato praticamente pari allo zero – conclude Scilla. Non possono però essere i lavoratori del mare a subire le conseguenze di una inefficiente ed inappropriata politica estera del Governo Italiano, i motopescherecci ‘Antartide’ e ‘Medinea’ insieme ai marittimi imbarcati devono tornare immediatamente in libertà per assicurare serenità e fiducia non solo ai famigliari ma ad un’intera comunità”.