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Petizione per il riscatto dei pescatori mazaresi, Pizzo replica a Balzebù: “Serve un segnale di orgoglio dalla Sicilia”

mercoledì 16 Dicembre 2020

L’ideatore della campagna lanciata su change per la raccolta di denaro da destinare al pagamento del riscatto dei pescatori mazaresi sequestrati in Libia dalle forze di Haftar, Giovanni Pizzo, interviene con un’intervista a ilSicilia dopo la punzecchiatura pubblicata sul nostro giornale dal ‘diabolico’ Balzebù, e lo fa un po’ per approfondire lo spirito della sua iniziativa e un po’ per replicare proprio a Balzebù.

La provocazione è rivolta all’Isola – afferma Pizzo – Ogni tanto dobbiamo essere Isolani. A volte la politica si concentra su tematiche particolari o troppo particolari, di nicchia. Ogni tanto dobbiamo dare un segno di identità e di orgoglio, quindi, tra virgolette, di riscatto. La parola può essere vista da due punti di vista, da un lato il pagamento di una somma per liberare dei prigionieri, dall’altro, appunto, di orgoglio”.

Pizzo spiega lo spirito della sua petizione e chi sono i destinatari della stessa: “E’ una petizione che stimola l’Assemblea regionale ma soprattutto lo Stato – afferma – Lo Stato utilizza i fondi riservati dei servizi segreti per la liberazione dei prigionieri, come abbiamo visto nel caso di Silvia Lombardo. Una ragazza del nord Italia. Perché la Sicilia è sempre considerata ai margini del sistema italiano? Ci sono 18 pescatori mazaresi da 4 mesi prigionieri in Libia, Prigionieri di Haftar, che non è il rappresentante del governo ufficiale, e quindi Prigionieri di una banda, appoggiata da molte Nazioni Si, ma sempre una banda. A questo punto o si ragiona con i soldi o si ragiona con le armi. L’Italia ha sempre ragionato con i soldi. Dopo 4 mesi vuol dire che il governo o è tirchio o è distratto”.

Infine, la replica ‘dedicata’ a Balzebù: “Il suo ragionamento è codino perché dice. La petizione è rivolta alla Ars per dare un contributo allo Stato da destinare ai fondi riservati dei servizi segreti. Siccome noi diamo un contributo di un miliardo l’anno circa come contributo di solidarietà nazionale del bilancio della Regione, un milione non possiamo destinarlo per liberare i nostri conterranei?”. Sono popolare, non populista. I democristiani non sono gente acquetata, penso al picconatore Cossiga, a La Pira, a Fanfani, a Piersanti Mattarella, ma soprattutto al padre della Dc Don Luigi Sturzo e al suo appello ai Liberi e Forti. Piuttosto si pensi alla grande differenza ce passa tra populismo e popolarismo”.

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