Confronto dai toni accesi nella serata di ieri a Palazzo Zanca tra il sindaco Cateno De Luca e i sindacati sul piano “Salva Messina” che punta al salvataggio dell’ente locale messinese dall’impressionante massa debitoria che, stando alle stime di questi giorni, supera i 430 milioni di euro.
Al termine del faccia a faccia alcune sigle sindacali hanno abbandonato il tavolo di discussione. De Luca non usa mezzi termini e tuona contro le parti che hanno lasciato il summit.
“Si è concluso il confronto con le organizzazioni sindacali – spiega De Luca – oltre 5 ore di trattative sul Salva Messina. La Uil e la Cgil hanno abbandonato il tavolo da tradizionali “sfascisti” mentre la Cisl, Orsa e Cisal hanno condiviso il progetto ottenendo delle importanti modifiche nell’interesse dei lavoratori.
La chiusura di casa serena è stata rinviata a fine dicembre. Fermo restando i tagli dei costi correnti di 10 milioni di euro si cercherà di non licenziare persone nel mondo dei servizi sociali mediante l’applicazione di appositi istituti contrattuali. Il senso di responsabilità è prevalso. Uil e Cgil si confermano nemici della città e difensori dello sfascio e del pressappochismo“.
“Siamo di fronte ad un disastro senza precedenti – aggiunge De Luca – che stiamo cercando con il massimo senso di responsabilità e nell’esclusivo interesse di questo territorio al quale la politica messinese ha “regalato” un debito di oltre 400 milioni di euro. Lunedì non c’è in gioco il futuro di De Luca e della sua Amministrazione, si decide il futuro di Messina e dei messinesi. Il “Salva Messina” è l’ultima possibilità per provare a ripartire e per ripianare quei debiti che hanno paralizzato l’attività di governo e hanno tolto servizi e risorse ai cittadini”.