La Sicilia, un’isola in mezzo al Mediterraneo. Un braccio d’acqua che rappresenta l’1% dei mari del mondo, ma che contiene al suo interno il 15% delle tratte commerciali internazionali. Un dato a cui guarda il ministro Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto questa mattina al molo trapezoidale di Palermo per la seconda edizione di “Risorsa Mare”.
L’esponente del Governo Meloni ha parlato del futuro ruolo della Sicilia, soprattutto sotto il profilo della distribuzione energetica. Focus anche sul prossimo Piano rifiuti regionale, sul quale il ministro ha ricordato la competenza e la fiducia al governo guidato da Renato Schifani e sul tema delle scorie nucleari, su cui il titolare del dicastero all’Ambiente auspica un unico centro di stoccaggio.
Il ruolo della Sicilia per le forniture energetiche
Intervenuto ai microfoni dei giornalisti, il ministro dell’Ambiente ha ricordato l’importanza della Sicilia sulle prossime partite energetiche. “La Sicilia è circondata dal mare. Braccio d’acqua che è al centro dei traffici commerciali. L’1% del mare mondiale convoglia però il 15% delle rotte commerciali mondiali. Deve essere una delle fonti di sviluppo turistico, imprenditoriale ed industriale del nostro territorio. L’Italia è il primo paese mondiale sulla cantieristica navale. L’Italia e la Sicilia sono uno snodo per le forniture energetiche. Dall’Africa arrivano 35 miliardi di metri cubi di gas. Sull’Isola arriveranno le linee elettriche nuove. C’è uno spazio di sviluppo enorme“.
Il Piano rifiuti per l’Isola
Una parentesi è stata poi dedicata al tema dei rifiuti. Uno dei nodi cruciali da sciogliere per l’Isola, gravata da problemi strutturali e dai dati sulla raccolta differenziata dei principali città dell’Isola, Palermo in testa. In tal senso, all’Ars è in vista la presentazione del ddl rifiuti. “E’ una valutazione di completa competenza della Regione Siciliana – ricorda Pichetto Fratin -. Il Governo Nazionale ha affidato i poteri commissariali al presidente Schifani, il quale sta andando avanti con il piano rifiuti. Su quei prodotti che non sono differenziabili o portabili a materie riciclabili, devono andare nei termovalorizzatori”.
Il tema delle scorie nucleari
Battuta finale dedicata invece ai rifiuti speciali. “Le scorie sono di due tipi, quelle ad alta intensità, delle vecchie centrali che sono quasi tutte in Francia e in Inghilterra e che dovremo mettere in depositi geologici che bisognerà valutare, seriamente, dove fare. Poi ci sono le scorie quotidiane, quelle degli ospedali, le scorie degli uffici, quindi quelle civili, che in questo momento sono stoccate un po’ ovunque in tutte le regioni italiane ci sono depositi. La valutazione da fare – prosegue – è che, se è possibile, concentrare queste scorie in un unico deposito. Questo, infatti, altrimenti sarebbe uno spreco di fondi pubblici ed è irrazionale che ogni regione tenga i suoi rifiuti stoccati in più siti“.