Non piace a tutti l’attesa gratuita della contraccezione orale in Italia.
Tanti i “No!” all’indomani dell’approvazione da parte del Comitato prezzi e rimborsi dell’Agenzia italiana del farmaco della decisione di rendere gratuita con la prescrizione medica la pillola anticoncezionale per le donne italiane di tutte le fasce d’età. Nonostante alcune regioni come Puglia, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana oltre alla Provincia autonoma di Trento, l’abbiamo in vigore da tempo.
Da una parte ci sono i “No!” economici, poiché la pillola gratuita dovrebbe pesare alle casse dello Stato circa 140 milioni di euro l’anno. Dall’altra si gioca sulla denatalità, visto che il 2022 ha segnato l’ennesimo record negativo dall’Unità d’Italia con 393mila nascite.
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Pro Vita & Famiglia bolla come “grave e pericolosa” la decisione dell’Aifa. Secondo Maria Rachele Ruiu, vi sono “gravi effetti collaterali fisici e psicologici che possono portare fino a depressione e istinti suicidari” e la decisione “invita le ragazzine a bombardarsi di ormoni”.
Mentre Massimo Gandolfini, leader del Family Day, sostiene che le risorse “potrebbero essere allocate invece per alleviare le gravi condizioni di famiglie”con figli disabili che hanno necessità di farmaci costosissimi non forniti gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale”.
Chi discrimina chi?
Il Moige-Movimento Italiano Genitori sostiene che l’Aifa “discrimina chi fa i figli”. Una scelta che aiuta, secondo il direttore Antonio Affinita, “chi non vuole avere figli ma si dimentica delle famiglie”.
Molte donne, e non solo, però, pensano di essere discriminate perché non vogliono una famiglia, o pensano che adottare sia meglio di partorire. E non dimentichiamoci che c’è chi non si può permettere di fare figli, sia per la giovane età, sia per questioni economiche ben più serie di quelle delle case farmaceutiche, o il non voler pesare in altro modo alle casse dello Stato.
“C’è continuamente il tentativo di rimettere le donne nella gabbia della maternità non voluta. Una funzione essenziale come la riproduzione della specie non può essere lasciata solo sulle spalle delle donne”. Una delle tante voci nel coro è quella di Lidia Ravera, scrittrice e giornalista, da sempre attenta alle battaglie di emancipazione delle donne e dei cambiamenti della società.
“La maternità è una responsabilità enorme che comincia quando il bambino nasce e dura tutta la vita – prosegue -: è una responsabilità emotiva ed anche economica. Perché siamo alla crescita zero? Non è forse una questione che ha a che vedere con le difficoltà economiche? Perché le donne arrivano a 40 anni per avere un figlio? La contraccezione previene una scelta dolorosa come l’aborto, un costo per le strutture sanitarie e una via crucis per le donne. Oltretutto con l’enorme diffusione della obiezione di coscienza fra i ginecologi, rischia di essere vanificata la legge 194″.
“Le donne vanno aiutate, sorrette, accompagnate – conclude –. Tutto quello che legittima e difende la possibilità di scegliere se diventare madri o no è benedetto”.
Si attende quindi con trepidazione la convalida e l’attuazione da parte del Cda dell’Aifa.
Ma i medici cosa ne pensano?
La Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, in ogni caso, sottolinea che la gratuità della pillola anticoncezionale è: “Un provvedimento condivisibile, riduce le ineguaglianze e rende le donne uguali davanti alla salute”.